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Bambini al cinema: la fantasia è di scena

Miobambino, 26.11.2010
Il complesso rapporto tra i piccoli ed il grande schermo va gestito in modo corretto per fare in modo che possa rappresentare un'esperienza positiva, in armonia con la realtà di un bambino

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Quale ruolo può svolgere il cinema nel processo di crescita dei bambini?

Il video, sia quello televisivo, cinematografico o di un computer, costituisce oggi uno dei principali mezzi attraverso i quali il bambino fa esperienze di identificazione con diversi personaggi, può calarsi in situazioni a volte molto lontane per tempo e luoghi, ed altre volte tanto vicine da sembrare vere, può provare forti emozioni, accede cioè alla fantasia.

 

Si sente spesso affermare che questo mondo fantastico precostituito rischia di alimentare nel bambino un atteggiamento passivo. In realtà non esiste mai la fruizione asettica, passiva di uno spettacolo: sempre vengono stimolate componenti interne che faranno di quella esperienza preconfezionata un’esperienza personale.

Dobbiamo solo cercare di fare in modo che costituisca un'esperienza positiva, in armonia con il bambino e la sua realtà, e non un elemento di disturbo.

 

 

C'è differenza fra la visione televisiva, le videocassette, i DVD ed il cinema?

A differenza della video cassetta o del DVD, la scelta di andare al cinema presuppone per un bambino un certo percorso mentale che prevede la nascita del desiderio e la condivisione di un momento felice: è attirato dalla pubblicità del film, un amichetto gliene parla, esprimerà il suo desiderio ad un adulto (il papà, la mamma, un parente), insieme programmeranno la data (ci andremo sabato, se farai il bravo), forse si potrà assistere allo spettacolo insieme ad un amichetto per condividere l’esperienza.

 

Ecco che la visione del film può divenire un'opportunità per stare insieme, per trascorrere con i genitori, un altro adulto significativo, un coetaneo un momento piacevole.

Il cinema, infine, non il salotto di casa, impone alcune regole: si deve imparare a stare fermi, a tacere, a rispettare gli altri spettatori.

 

Questa può dunque essere una delle tante e diverse esperienze che concorrono ad un importante passaggio evolutivo: l’accettazione e la tolleranza della realtà condivisa che determina il superamento del fisiologico egocentrismo infantile.

 

 

C'è differenza fra l'esperienza cinematografica e le altre forme di narrazione?

Le storie del cinema contengono spesso le caratteristiche classiche della narrazione e delle fiabe.

 

Come dice Bruno Bettelheim, psichiatra che ha studiato la fiaba ed il suo significato psicologico profondo, le fiabe arrivano alla realtà interna del bambino perché parlano dell'eterno confronto dell'uomo con se stesso (i sentimenti, le paure, i desideri), con gli altri e con gli eventi esterni che fanno da sfondo alla crescita (le prove da superare, le separazioni, le avventure).

 

Possiamo quindi pensare all'esperienza cinematografica come inserita nel continuum della vita fantastica del bambino nella sua evoluzione.

 

 

Ci sono film adatti per le diverse fasi di crescita del bambino?

Nella prima infanzia, intorno ai 4/5 anni (o anche prima per bambini particolarmente inclini a mantenere l'attenzione) il bambino comincia ad essere in grado di seguire storie semplici, con una trama lineare, personaggi facilmente individuabili (il buono, il cattivo, l'eroe).

 

Più avanti, verso i 6/10 anni, i bambini possono seguire trame più complesse e sono in grado di tollerare emozioni più forti, anzi cominciano a provare piacere nello stare con il fiato sospeso.

Questo però non ci deve trarre in inganno tanto da permettere che assistano a film che generano paure pensando che possano tollerarle.

E con questo si intendono non solo i film horror, ma anche polizieschi, gialli ed alcuni film d'azione.

 

Dopo i 10/11 anni si amplia il repertorio dei film che i bambini possono vedere, includendo anche quelli non specificamente per l’infanzia.

 

 

Qual è il ruolo del genitore accanto al bambino?

La suddivisione per età è naturalmente orientativa: ogni genitore conosce il proprio bambino e può guidarlo a vedere film adatti alla sua età e alle sue preferenze.

 

Il genitore costituisce dunque una guida, ma questo non basta a preservare il bambino da esperienze negative.

Prima di portare un bambino al cinema occorre sempre conoscere l’argomento trattato e come viene reso dal regista per evitare di turbare l’equilibrio del bambino anticipando i tempi della sua evoluzione.

Pensiamo ad esempio ai film di azione con scene violente, ai film a contenuto sessuale, alla comicità basata sull'ambiguità e sui doppi sensi, i cui messaggi possono creare fantasie inquietanti perché non vengono compresi o perché ne vengono colti solo alcuni aspetti.

 

Accompagnare un bambino al cinema richiede al genitore un impegno di tempo e anche assunzione di responsabilità, più facile è comperare una videocassetta da vedere a casa, che richiede comunque una scelta adeguata all’età e alla sensibilità del bambino.

 

Andare al cinema insieme, scegliere un DVD significa fare una cosa per lui e con lui, accettare di calarsi nella sua vita di fantasia e condividerla per un momento insieme.

 

a cura del dott.ssa Cristiana Ranieri

Servizio di Psicologia Pediatrica, Dipartimento di Neuroscienze, Ospedale Bambin Gesù di Roma



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