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Come funziona una biobanca?

Dott. Alessio Trevisani, Sorgente, 1.9.2011
Come avviene il processo di conservazione del sangue del cordone ombelicale all'interno delle banche del cordone?

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Che cos'è una biobanca?

Con biobanca - o banca del cordone - si intende una struttura destinata alla raccolta e conservazione di campioni biologici, ad esempio organi, sangue e cellule staminali, per lo più di origine umana.

Principalmente le biobanche vengono istituite sia per conservare e fornire campioni biologici per la ricerca scientifica; sia per conservare elementi biologici per eventuali applicazioni terapeutiche; è il caso, ad esempio, delle cellule staminali del cordone ombelicale.

 

Come funziona una biobanca?

In una biobanca i campioni vengono conservate in biocontainers, un particolare tipo di freezer, alla temperatura di -196°C raggiunta mediante l’utilizzo di azoto, sottoforma o di vapore o di liquido.

É preferibile crioconservare in vapori di azoto poiché, nel caso di rottura di una sacca ematica, viene evitato un eventuale contatto fra campioni diversi.

Generalmente ogni campione viene registrato in un database informatico mediante il quale è possibilerintracciare la posizione di ogni singolo campione.

Normalmente le stanze in cui sono collocati i biocontainer sono provvista di sistemi d’allarme in grado di rilevare eventuali variazioni di temperatura, che potrebbero alterare il processo crioconservativo, entro un biocontainer.

Infine, come ulteriore precauzione, i biocontenitori sono dotati di una fonte secondaria di azoto che viene rilasciato nel caso di avarie, come ad esempio a seguito di un black out.

 

Il processo di conservazione delle staminali del cordone

Dopo essere stato raccolto, il sangue del cordone ombelicale viene sottoposto ad una serie di indagini ematologiche, durante le quali vengono valutati parametri come cellularità, volume ed eventuale presenza di batteri.

In seguito il plasma, ed in alcuni Biobanche anche i globuli rossi, viene eliminato, mantenendo all’interno del campione la sola frazione di cellule staminali.

L’unità ottenuta viene miscelata con una soluzione che protegge dal freddo e successivamente trasferita in una sacca per la crioconservazione.

Quest’ultima viene collocata in congelatori a diminuzione controllata della temperatura ed in seguito crioconservata in vapori di azoto a -196°C. In un recente studio condotto da Broxmeyer et al., è stato dimostrato che è possibile crioconservare le cellule staminali del cordone ombelicale per almeno 24 anni senza alterarne ne la vitalità ne la capacità proliferativa.

 

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