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Bambini in provetta

4.5.2010
La fecondazione assistita in Italia: il punto della situazione a cinquant'anni dalla scoperta delle gonadotropine
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Sono 10.000 i bambini “in provetta” che ogni anno nascono in Italia, 3 milioni nel mondo.

Nel nostro paese una coppia su 7 è infertile e nel 2007 ben 55.437 sono ricorse alla fecondazione assistita. Le tecniche funzionano, considerando il numero di bambini nati e l'età media delle pazienti: 36 anni (un parto su quattro avviene in donne che hanno superato i quarant'anni).


I dati arrivano dall'International Society of Gynecological Endocrinology (Isge), a 50 anni circa dalla scoperta delle gonadotropine, sostanze utilizzate per stimolare ovaio e testicoli e indurre la gravidanza.

Nel solo triennio 2005-2008, in Italia le gonadotropine sono state usate in oltre 200 mila cicli per trattare donne con difficoltà di concepimento: così la stimolazione ovarica ha permesso a oltre 21.000 bambini di venire alla luce.

Un risultato ottenuto grazie a un lungo cammino della ricerca, non privo di elementi curiosi. "In Italia - spiega Andrea Genazzani, ordinario di medicina della procreazione e dell'età evolutiva dell'Università di Pisa - per ottenere gonadotropine di estrazione urinaria da donne in menopausa furono utilizzate le urine delle suore del Vaticano. In questo modo le religiose contribuirono a rendere fertili un gran numero di donne che non riuscivano a concepire. L'evoluzione delle tecniche - prosegue l'esperto - ha reso poi possibile riprodurre le gonadotropine in vitro con procedure di ingegneria genetica, inserendo i geni che codificano le proteine in batteri da cui sono state estratte le gonadotropine ricombinanti".

"Negli anni sono stati affinati i processi di purificazione e l'efficacia del prodotto ha potuto essere verificata nel tempo - spiega Bruno Lunenfeld, pioniere nel trattamento basato su questa famiglia di ormoni, consentendo di testarne l'utilità nell'infertilità, con l'importante azione di stimolazione follicolare, e la sicurezza".


Per gli specialisti, i livelli di purificazione delle gonadotropine di origine umana raggiunti sono infatti assoluti, le tracce di possibili contaminanti talmente minime da non avere mai causato danni pur essendo state utilizzate in milioni di casi.


"Vorrei rassicurare le coppie che si rivolgono ai centri italiani di procreazione medica assistita sui trattamenti cui vengono sottoposte - afferma Giuseppe Palumbo (Pdl), presidente della Commissione Affari sociali della Camera e professore di ginecologia all'Università di Catania - sappiamo che l'utilizzo delle gonadotropine per indurre l'ovulazione è sicuro. Per quanto riguarda quelle di estrazione urinaria, dopo quasi 40 anni di commercializzazione posso affermare che non si sono osservati casi di trasmissione di malattie: è un rischio più ipotetico che reale. D'altra parte le tecniche di estrazione si sono molto affinate e l'Agenzia del farmaco, che ne monitora l'utilizzo, non ha mai rilevato problemi. E i risultati ottenuti, in termini di gravidanze, sono buoni".


Gli esperti però sottolineano, ancora una volta, di non aspettare troppo per affrontare una gravidanza. "Un aiuto alla famiglie giovani, con incentivi o bonus di vario genere, giunge dalle Istituzioni, ma bisogna operare concettualmente anche sulle persone. Nel nostro Paese abbiamo una legge ad hoc, sui cosiddetti 'congedi parentali', tra le più avanzate in Europa che nessun altro modello ha superato. Tuttavia - sottolinea Genazzani - non è bastata per invertire la tendenza di posticipare la prima gravidanza, accentuata più che in altri Stati europei. È vero che ci sono problemi economici, di casa, di affitto, che politica e Istituzioni possono aiutare a superare, ma di base è un problema di mentalità della società di oggi. Il mio consiglio, conclude, è 'lavorare' sui giovani e creare la giusta consapevolezza, perché la biologia continua, pur con gli enormi progressi della medicina, a imporci le sue leggi".

Fonte: www.adnkronos.com

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