La prima volta su Miobambino? Qui puoi dare un'occhiata a ciò che è Miobambino e come ti può aiutare.   |   Leggi di più    
Miobambino.it utillizza i cookie necessari al funzionamento de sito ed utili per fornire all’utente una migliore esperienza di navigazione e per inviare pubblicità.
Ogni browser ha la possibilità di abilitare o bloccare i cookie. Visitando e utilizzando il sito, acconsenti all'uso dei cookie. Per continuare, clicca su "OK”.   Scopri di più.

I danni che provocano i genitori iperprotettivi

Miobambino, 26.5.2015
I primi anni sono fondamentali per lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei nostri bambini. Imparare a proteggerli senza soffocarli è fondamentale per la loro felicità futura

image
/11


 

 

I primi anni sono fondamentali per lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei nostri bambini.
 
Senza dubbio uno dei compiti principali di ogni genitore è quello di proteggere il suo bambino e dargli una vita sicura e felice, ma un atteggiamento eccessivamente protettivo può danneggiare il piccolo, influenzando negativamente la sua visione del mondo e il suo comportamento.
Per entrambi i genitori è dunque molto importante capire come guidare e sorvegliare i propri figli ma senza eccedere.
Lasciare che un figlio impari dai propri errori e si responsabilizzi è un compito difficile ma importante: la protezione eccessiva corre il rischio di limitare il suo sviluppo fisico, cognitivo e della personalità. 
Ad esempio, lasciare che un bambino di 3 o 4 anni si vesta da solo significa facilitare lo sviluppo delle sue capacità motorie, cognitive e fisiche.
Los niños protegidos en exceso desarrollan menos competencias emocionales, como la tolerancia; son más inseguros, tienen menos habilidades y, a la larga, son más infelices. Por lo tanto, con esta conducta se les protege de frustraciones en el presente, pero se les deja desprotegidos para enfrentar el futuro. 
I bambini iper protetti sviluppano meno competenze emozionali (come ad esempio la tolleranza), sono più insicuri, sviluppano meno abilità e, in ultima analisi, sono più infelici. Un comportamento iperprotettivo mette al riparo il bambino dalle frustrazioni più immediate ma lo lascia impreparato ad affrontare il futuro.
Guidare e proteggere troppo invia al piccolo un messaggio di insicurezza e bassa autostima: ha bisogno di essere guidato, sostenuto e protetto ma non deve pensare di dover dipendere dai genitori per qualunque cosa!
Gli specialisti forniscono alcuni consigli per aiutare i genitori a trovare il giusto equilibrio nell’educazione dei figli:
Non fare le cose al suo posto se è già in grado di realizzarle da solo
Incoraggialo a sperimentare cose nuove e ad affrontare piccole sfide adeguate all’età senza trasmettere preoccupazione o dubitando delle sue capacità.
Abbi fiducia nelle sue capacità, riconosci i suoi limiti ma senza assecondare le sue eventuali frustrazioni
Favorisci i contatti con i coetanei in modo che i bambini giochino tra di loro (l’adulto deve essere solo il supervisione, non deve partecipare al gioco)
Promuovi l'autonomia e la responsabilità del bambino, lasciando che impari dai suoi errori
Coinvolgilo in attività fisiche impegnative che richiedano sforzo, costanza e applicazione
Non anticipare i suoi bisogni cercando di compiacerlo
Amarlo senza condizioni

Senza dubbio uno dei compiti principali di ogni genitore è quello di proteggere il suo bambino e dargli una vita sicura e felice, ma un atteggiamento eccessivamente protettivo può danneggiare il piccolo, influenzando negativamente la sua visione del mondo e il suo comportamento.
Per entrambi i genitori è dunque molto importante capire come guidare e sorvegliare i propri figli ma senza eccedere.
Lasciare che un figlio impari dai propri errori e si responsabilizzi è un compito difficile ma importante: la protezione eccessiva corre il rischio di limitare il suo sviluppo fisico, cognitivo e della personalità
Ad esempio, lasciare che un bambino di 3 o 4 anni si vesta da solo significa facilitare lo sviluppo delle sue capacità motorie, cognitive e fisiche.
I bambini iper protetti sviluppano meno competenze emozionali (come ad esempio la tolleranza), sono più insicuri, sviluppano meno abilità e, in ultima analisi, sono più infelici.
Un comportamento iperprotettivo mette al riparo il bambino dalle frustrazioni più immediate ma lo lascia impreparato ad affrontare il futuro.
Guidare e proteggere troppo invia al piccolo un messaggio di insicurezza e bassa autostima: ha bisogno di essere guidato, sostenuto e protetto ma non deve pensare di dover dipendere dai genitori per qualunque cosa!

Gli specialisti forniscono alcuni consigli per aiutare i genitori a trovare il giusto equilibrio nell’educazione dei figli:

  • Non fare le cose al suo posto se è già in grado di realizzarle da solo
  • Incoraggialo a sperimentare cose nuove e ad affrontare piccole sfide adeguate all’età senza trasmettere preoccupazione o dubitando delle sue capacità
  • Abbi fiducia nelle sue capacità, riconosci i suoi limiti ma senza assecondare le sue eventuali frustrazioni
  • Favorisci i contatti con i coetanei in modo che i bambini giochino tra di loro (l’adulto deve essere solo il supervisione, non deve partecipare al gioco)
  • Promuovi l'autonomia e la responsabilità del bambino, lasciando che impari dai suoi errori
  • Coinvolgilo in attività fisiche impegnative che richiedano sforzo, costanza e applicazione
  • Non anticipare i suoi bisogni cercando di compiacerlo
  • Amarlo senza condizioni

Clicca su “Like” e aggiungi il tuo commento su questo articolo

I dolori della crescita
Circa il 10-20% dei bambini tra i 4 ed i 12 anni accusa dolori di crescita: colpiscono soprattutto le gambe (ma non sono...
4
Piccoli e indipendenti
Il bisogno di indipendenza del bambino è indice di felicità e sicurezza, ma spesso mette in ansia i genitori. I piccoli ...
4
Il significato del “portare i piccoli” nel...
Per trovare un primo approccio al concetto del “portare i piccoli” partiamo dal verbo “portare”, che in italiano racchiu...
3
Le attività all’asilo
La vita dei piccoli all’asilo prevede varie aree di attività: movimento, natura, linguaggio, arte e sociale. Il gioco so...
3