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Difetti cardiaci congeniti: un nuovo test

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9.8.2011

Grazie a un nuovo test semplice ed economico molti difetti cardiaci congeniti potranno essere diagnosticati a partire dai primi giorni di vita del bambino.

Difetti cardiaci congeniti: un nuovo test


Buone notizie dall'Inghilterra: una recente ricerca condotta dal cardiologo Andrew Ewer dell’Ospedale di Birmingham e pubblicata sull’autorevole rivista britannica The Lancet, tra le più note nel mondo della sperimentazione medica, ha dimostrato che molti difetti cardiaci congeniti possono essere diagnosticati (nonché curati) si dai primissimi giorni di vita.

 

Il tutto grazie a un semplice test dell’ossigeno presente nel sangue, rapido ed economico (richiede meno di 5 minuti), ma in grado di rilevare il 75% delle anomalie più gravi.

La percentuale cresce fino al 92% se il nuovo metodo viene affiancato dai metodi di diagnosi più tradizionali (elettrocardiogramma, radiografia toracica o auscultazione del cuore dopo la nascita (le alterazione del flusso sanguigno provocano dei rumori particolari identificabili con lo stetoscopio).

 

I difetti congeniti cardiaci colpiscono 1 bambino su 120, sebbene in molti casi siano di scarsa gravità e facilmente curabili.

 

Tali difetti possono riguardare la formazione della parete cardiaca, delle valvole cardiache o dei vasi che entrano ed escono dal cuore, e comportano un’alterazione del flusso del sangue nel cuore e talvolta anche nei polmoni.

 

Al momento gli ospedali di maternità del Regno Unito che hanno adoperato dei pulsossimetri per rilevare i livelli di ossigeno nel sangue sono solo sei, ma i ricercatori hanno già richiesto che i test dell’ossigeno venga presto adottato in tutti gli ospedali pediatrici britannici.

 

Come spiega Andrew Ewer, il coordinatore della ricerca: "in questo modo renderemo più efficaci le procedure di controllo già esistenti, e probabilmente riusciremo a identificare prima e meglio i casi critici di difetti cardiaci congeniti nei neonati".

 

Fonte: The Lancet


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