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L`igiene intima dei maschietti

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16.12.2013

Il neonato ha un pene non solo più piccolo, ma alquanto differente da quello di un adulto. Ciò che preoccupa maggiormente i genitori è l'impossibilità di ritrarre il prepuzio e scoprire il glande del neonato.

L`igiene intima dei maschietti

 

Il prepuzio

La pelle che ricopre il glande nei bambini appena nati è molto lunga e si chiude con un buchino appena sufficiente a far passare la pipì. E'così stretto da non consentire che il glande resti scoperto.  

Tutti i maschietti neonati hanno un prepuzio lungo e chiuso da un buchetto stretto, mentre tutti gli uomini adulti hanno un prepuzio più corto e dotato di un orifizio sufficientemente ampio da consentire la fuoriuscita del glande, indispensabile per avere normali rapporti sessuali.

Se questo è vero, ci dovrà essere un perché, e ci sarà pure un momento della vita in cui cambia l’anatomia del pene.

Nulla è casuale in natura: il nostro corpo è il risultato di un lunghissimo processo di evoluzione che è durato milioni di anni.

Anche il pisellino dei neonati non sfugge a questa regola: probabilmente è così chiuso perché non può svolgere alcuna funzione sessuale (e non potrà farlo per molti anni dopo la nascita), e poi, secondo molti medici, perché così è più protetto dal contatto con le feci e le urine, che i bambini piccoli non riescono a depositare… nei posti giusti.

 

Ma i bambini crescono e diventano grandi: il passaggio è la pubertà, periodo della vita in cui si acquista la capacità di generare e di avere rapporti sessuali. È proprio quello il momento in cui il pene (ormai non più così piccino) si dovrà presentare come quello di un adulto.

 

E siccome non tutti i neonati vengono circoncisi e non tutti hanno la cugina, la nonna ecc. ecc. che insistono perché si tiri giù al più presto quella pelle, evidentemente in un momento precedente alla pubertà, questo cambiamento avviene da solo.

Questo momento non è mai lo stesso per tutti: può venire verso i 6/7 anni, ma in alcuni casi anche più tardi: niente paura però, l’importante è che capiti prima della maturazione sessuale.

 

La pulizia?

Finché il pisellino resta “chiuso” lo spazio fra il prepuzio e il glande è uno spazio virtuale: cioè praticamente non esiste, perché la pelle dell’uno è incollata alla pelle dell’altro. E perciò non si accumula lo sporco, ma al massimo un po’ di secrezione e delle cellule giallastre che restano lì, senza dare fastidio, e poi piano piano vanno via.

 

Che fare allora?

All’inizio proprio niente: evitate le manovre di scollamento nei bambini piccoli che potrebbero essere dolorose e causare persino minuscole ferite che, cicatrizzandosi, chiuderebbero ancora di più il pisello. Poi il pisellino si aprirà e il bambino stesso imparerà a pulirlo; il vostro pediatra avrà cura di controllare questa evoluzione, come fa per altre cose altrettanto importanti. Può capitare che la pubertà si avvicini e non succeda nulla: in questo caso il pediatra potrà consigliarvi l’applicazione di una crema cortisonica, che faciliterà questa evoluzione e, solo se questa cura dovesse fallire, farà diagnosi di “fimosi” e indirizzerà il bambino dal chirurgo.

Nonostante questi interventi siano ancora fra i più gettonati, non c’è nessuna necessità di operare bambini piccoli, anticipando artificialmente quanto sicuramente avverrebbe naturalmente.

 

Per quanto in Italia la circoncisione “rituale” sia pochissimo praticata, questo intervento è molto diffuso: per esempio nel 2004 occupava il 5° posto fra le cause di ricovero dei bambini sotto i 14 anni in Chirurgia pediatrica nel Lazio, dopo l’asportazione di tonsille e adenoidi, le anomalie dei genitali (entrambi i sessi), le appendiciti e l’ernia inguinale.

Molti chirurghi ritengono che questo sia un eccesso e che la maggior parte di questi interventi potrebbe essere evitati, semplicemente aspettando che la natura faccia il suo corso.

 

Fonte: Marisa Laura Corgiolu, "Uppa, un pediatra per amico".

 

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