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Bimbi balbuzienti: meglio intervenire subito

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20.3.2012

In Italia si contano circa 250 mila bambini balbuzienti. Intervenire precocemente, appena si manifestano i primi sintomi, aumenta le possibilità di successo.

Bimbi balbuzienti: meglio intervenire subito

 

Ripetere le sillabe, le parole o le frasi, prolungare i suoni, bloccarsi improvvisamente: sono questi i sintomi che possono contraddistinguere il linguaggio di un balbuziente.

Si tratta di elementi non sono direttamente controllabili dal soggetto e che possono accompagnarsi a emozioni o a sentimenti negativi: paura, senso di disagio, frustrazione.

In Italia si contano circa 250 mila bambini balbuzienti.

Il picco maggiore si evidenzia tra i 30 e i 36 mesi e ne soffrono più i maschi rispetto alle femmine in un rapporto di 4:1.
Grazie ad un intervento precoce (possibilmente prima dei 3 anni) è possibile ottenere ottimi risultati: la balbuzie infatti può essere curata ma non può mai guarire del tutto e intervenendo subito ai primi sintomi aumentano le possibilità di successo.

 

L’insorgenza è graduale, anche se spesso i genitori parlano di manifestazione improvvisa del problema.

Spesso la balbuzie risulta associata ad altre difficoltà, che vanno dal ritardo del linguaggio al disturbo specifico del linguaggio, dalla deglutizione atipica al disturbo di tipo articolatorio, fino al disturbo specifico dell’apprendimento.

In particolare, le ultime ricerche hanno evidenziato un incremento della copresenza di balbuzie e disturbo specifico dell’apprendimento.

I dati raccolti rilevano una percentuale stimata intorno al 15% di bambini che presentano entrambi i disturbi.


“La balbuzie – spiega la presidente nazionale della Federazione dei Logopedisti Italiani Tiziana Rossetto – è un disordine evolutivo del linguaggio che impedisce di parlare in modo fluido. Di solito si manifesta nei bambini tra i 3 e i 5 anni e, se non curata in modo adeguato, può raggiungere l’età adulta”.

Per ricevere maggiori informazioni e per richiedere l’aiuto di uno specialista è possibile consultare il sito www.fli.it.

 

fonte: © www.quotidianosanita.it

 


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