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Educazione alimentare verso una dieta bilanciata normocalorica

4.5.2010
La dieta normocalorica, associata a potenziamento dell’attività fisica, si prefigge di ottenere riduzione del sovrappeso senza ricorrere a calo ponderale.

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L’accrescimento staturale, associato a mantenimento del peso corporeo, per un periodo di tempo in relazione all’entità del sovrappeso, permette infatti di ottenere tale obiettivo.

Tale approccio è indicato per:

    * bambini di età inferiore agli 8 anni

    * bambini di età superiore agli 8 anni in assenza di complicanze e/o con alimentazione abituale nettamente ipercalorica.

Per impostare una corretta alimentazione, è importante conoscere le abitudini di vita del bambino e fornirgli strategie per potenziare l'attività fisica. Nessuno dei metodi di rilevazione delle abitudini nutrizionali validati si è dimostrato adeguato all’individuazione del reale apporto alimentare del bambino obeso.

Ai limiti di ciascuno dei metodi si aggiungono le difficoltà legate a questo particolare tipo di pazienti che troppo spesso non consente di risalire all’apporto calorico in quanto sottostimano più o meno consciamente una serie di alimenti.

L’anamnesi nutrizionale è parte integrante dell'approccio al bambino obeso e deve essere considerato uno strumento educativo che favorisce la presa di coscienza delle effettive abitudini e consente di iniziare l’educazione nutrizionale. Sarà possibile infatti valorizzare le scelte alimentari corrette e dare suggerimenti per modificare quelle scorrette. L’approccio del medico non dovrà mai essere colpevolizzante ma di sostegno, sollecitazione e complicità per l’adozione di piccoli o grandi cambiamenti sulla via di una dieta equilibrata.

Si suggerisce a chi non possa utilizzare un metodo di rilevazione delle abitudini alimentari validato (diario alimentare, Questionario delle Frequenze Alimentari, storia dietetica) di rilevare comunque nella cartella medica alcune informazioni riguardanti la dieta abituale: prima colazione e spuntini abitualmente assunti, l’alimentazione del giorno precedente e la frequenza di assunzione delle principali categorie di alimenti.

La dieta normocalorica si fonda sui seguenti principi:

 

    * APPORTO CALORICO: pari a quello indicato dai LARN per sesso ed età staturale, suddiviso in 4-5 pasti con la seguente ripartizione calorica: colazione + spuntino 20%, pranzo 40%, merenda 10%, cena 30%

    * APPORTO PROTEICO: 10-12% dell’intake energetico (rapporto 1:1 tra proteine animali e vegetali)

    * APPORTO GLUCIDICO: 60-65% dell’intake energetico (con una quota di zuccheri ad alto indice glicemico < 10% delle calorie totali)

    * APPORTO LIPIDICO: nessuna restrizione fino a 2 anni. Dopo i 2 anni di vita riduzione progressiva dal 30 al 25% delle calorie totali con apporto di grassi saturi < 10% dell’intake energetico e di colesterolo non superiore a 100 mg/1000 kcal

    * APPORTO DI FIBRE: il quantitativo di grammi può essere calcolato in base alle seguenti formule: compreso tra età + 5 e età + 10, o pari a 10 g/1000 kcal, o pari a 0.5 g/kg del peso ideale

    * APPORTO DI MINERALI: pari alle indicazioni dei LARN

    * APPORTO DI VITAMINE: pari alle indicazioni dei LARN.

Nel rispetto delle abitudini del bambino, le modificazioni più rilevanti che ci si prefigge sono:

    * evitare il consumo di alimenti al di fuori dei 4-5 pasti consigliati: il bambino deve imparare a mangiare ai pasti, seduto a tavola, con gli altri componenti della famiglia

    * promozione e valorizzazione della prima colazione che troppo spesso è inadeguata; il bambino deve essere educato all’assunzione di alimenti quali latte o yogurt (possibilmente a basso tenore di grasso), cereali (pane, cereali pronti integrali, fette biscottate), frutta, marmellata

    * spuntini e merenda a base di frutta, yogurt, pane preferibilmente di tipo integrale o focaccia

    * evitare periodi di digiuno prolungati

    * assunzione di un pasto completo sia a pranzo che a cena. In tali occasioni ci deve essere la presenza o di un piatto “unico” o di un primo ed un secondo piatto, accompagnati sempre da verdura e frutta, in porzioni adeguate all’età del bambino.

      La ripartizione consigliata delle fonti di proteine ad elevato valore biologico e dei principali alimenti è la seguente:

   1. più volte al giorno CEREALI: pasta, riso, orzo o farro sia a pranzo che a cena. Pane preferibilmente di tipo integrale o di farina di tipo 1 per prima colazione, pranzo e cena stando attenti ad evitare eccessi

   2. almeno 2 volte al giorno VERDURA E FRUTTA di stagione

   3. 4 volte alla settimana PESCE fresco o surgelato, non frutti di mare

   4. 4 volte alla settimana LEGUMI cotti a lungo o in pentola a pressione

   5. non più di 4 volte alla settimana CARNE

   6. 1 volta alla settimana FORMAGGI come secondo piatto

   7. 1 volta alla settimana UOVA

    * riduzione dell’apporto di grassi e proteine di origine animale: in particolare limitare il consumo di formaggio, carne, salumi, creme

    * aumento dell’apporto di cereali, specie di tipo integrale (determinando in tal modo un maggior apporto di fibre e di zuccheri a basso indice glicemico)

    * aumento del senso di sazietà privilegiando gli alimenti a basso indice glicemico (legumi, frutta e verdura fresche, pasta al dente) e limitazione degli zuccheri ad elevato indice glicemico (dolci, succhi di frutta, frullati, pasta o riso troppo cotti, pane e patate). Gli alimenti a basso indice glicemico concorrono alla prevenzione delle alterazioni del metabolismo glucidico-insulinemico, complicanze che spesso si osservano nelle condizioni di eccesso ponderale.

    * aumento di apporto di fibra alimentare (verdura e frutta di stagione, legumi).

Se la famiglia è collaborativa, questo tipo di approccio è caratterizzato da una buona accettazione in quanto comporta modificazioni soprattutto di tipo qualitativo senza eccessive restrizioni, consente la riduzione graduale e duratura del sovrappeso e l’acquisizione da parte del bambino e dell'intero nucleo familiare di una corretta educazione alimentare.

Le difficoltà possono essere rappresentate da una scarsa visibilità del risultato a breve termine e quindi dal limitato rinforzo positivo e/o da una mancanza di collaborazione da parte della famiglia.

Tratto da: http://www.ministerosalute.it/alimenti/nutrizione

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