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Salute: prevenire la salmonellosi

Miobambino, 31.8.2010
Che cos'è la salmonellosi? Ecco come riconoscere e prevenire l'infezione

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La salmonella è un'infezione a carico dell'apparato digerente causata da un minuscolo batterio, il Salmonella Enteritidis, che si trova facilmente nei gusci delle uova.

Anche la carne, in particolare il pollame, il latte e altri alimenti simili possono essere soggetti a contaminazione batterica.

La difficoltà, tuttavia, sta nel fatto che non ci sono segni particolarmente evidenti, a occhio nudo, per identificare la presenza di questo piccolo ospite indesiderato. Cosa fare quindi?

 


Come prevenirla?

     

    Conservare gli alimenti in frigorifero

Per prima cosa, se si tratta di uova, tenerle sempre in frigorifero e cuocerle immediatamente senza lasciarle a temperatura ambiente. Più batteri della salmonella vivono all’interno di un alimento e maggiore possibilità c’è di contrarre la malattia. La temperatura ottimale di conservazione si aggira intorno ai sette gradi centigradi, temperatura in cui i germi non possono proliferare. Per sicurezza, è possibile pulire l’alimento con un po’ di aceto. Tecnica di cui i pareri circa l’efficacia sono un po’ controversi, ma male non può fare.

 

    Cuocere molto bene l’alimento

Il batterio può essere ucciso con la cottura. Ma se l’alimento è cotto per troppo poco tempo o a temperature troppo basse, il focolaio può rimanere attivo. Consumare l’alimento immediatamente dopo la cottura e non lasciarlo mai a temperatura ambiente per oltre due ore (specialmente nel caso di creme pasticcere in cui l’uovo non viene fatto bollire).

 

    In particolare, attenzione a…

  • Alla temperatura del frigorifero. Controllate che anche nei mesi estivi il frigorifero rimanga a temperature ottimali;

  • Alle uova sporche o incrinate. Nel dubbio, buttatele.

  • Alle vostre mani: appena dopo aver maneggiato le uova lavatevi molto bene le mani con acqua e sapone oppure con detergenti antibatterici come quelli utilizzati contro l’influenza A1H1. Ripetete la stessa operazione anche per gli utensili da cucina che avete adoperato;

  • Alle uova crude: evitate di consumarle se non sono state cotte o pastorizzate;

  • Accertavi che i ristoranti utilizzino solo uova pastorizzate, come da regolamento;

 

 

 Le persone più a rischio

Come sempre, le persone più a rischio sono quelle immunodepresse, anziani e bambini che dovrebbero assolutamente evitare il consumo di uova crude e utilizzare solo alimenti cotti molto bene. Quando le persone più debilitate contraggono la salmonella possono rischiare che l’infezione, dall’intestino, si estenda a tutto il corpo causandone, nella peggiore delle ipotesi, anche la morte, se il paziente non viene trattato d’urgenza con antibiotici specifici.

 


 I cibi maggiormente contaminati

Tra i cibi a maggior rischio di contaminazione, ricordiamo:

  • tutti i derivati delle uova;

  • latte crudo e latte in polvere;

  • carni poco cotte;

  • gelati artigianali e commerciali;

  • creme per dolci.

 


 Altri pericoli di contaminazione

Non solo gli alimenti, ma anche gli animali e le feci (di esseri umani) possono essere pericolose. Insegnate ai bambini a lavarsi molto bene le mani e fate attenzione a quando vi sono casi di salmonellosi nei luoghi d’infanzia come asili e scuole.

Se un bambino ha contratto l’infezione e va in bagno, se non lava in maniera opportuna i sanitari, questo può essere un veicolo di contaminazione.

Attenti anche a chi possiede animali come rettili: soprattutto tartarughe e iguane, ma anche roditori e gatti.

 


 Come riconoscere l’infezione?

I sintomi più comuni della contaminazione da salmonella sono quelli classici di una gastroenterite (sia essa di origine virale o batterica): crampi addominali, febbre, diarrea e anche vomito.

Tali sintomi insorgono generalmente da 12 a 72 ore dopo l’assunzione di cibo contaminato. Nella stragrande maggioranza dei casi la malattia non dura più di una settimana, se correttamente trattata con antibiotici.

Solo in caso di perdita elevata di liquidi e complicazioni è necessaria l’ospedalizzazione.


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