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Vissuti emotivi durante la gravidanza e dopo il parto

4.5.2010
In genere la donna reagisce positivamente alla gravidanza, soprattutto se questa è stata desiderata e si inserisce in una buona relazione affettiva col padre del bimbo.

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Tuttavia è da considerare che il desiderio di maternità e il senso materno non sono attributi che appartengono indistintamente ad ogni donna.
 
Anche l'accettazione più incondizionata può nascondere una certa ambivalenza, ogni gravidanza normale presenta sempre un certo grado di ambivalenza tra accettazione e rifiuto.
 
I motivi del rifiuto consapevole possono essere molti, ad esempio paura di perdere l'avvenenza fisica, timore della nuova responsabilità, ansia per il futuro, problemi economici o connessi all'organizzazione familiare ed al lavoro.
 
Il rifiuto inconscio può essere invece determinato dalla presenza di conflitti e di cattiva identificazione con la propria madre. Un altro motivo può essere la paura di un feto invasivo e pericoloso.
 
Diventare madre può anche significare la perdita di un rapporto privilegiato di dipendenza dal partner, oppure lo sviluppo di angosce verso il feto in quanto percepito come entità estranea, dalle quali può insorgere la paura della nascita di un figlio malformato o comunque handicappato.
 
E' stato constatato che i sentimenti di ambivalenza verso il figlio si attenuano tra il 6° ed il 7° mese di gravidanza. Già quando la madre è in condizione di avvertire i primi movimenti fetali, i sentimenti negativi tendono a diminuire. Infatti i movimenti del feto portano la donna a percepire in modo più realistico la propria condizione e ad attivare modelli comportamentali di tipo materno, che facilitano il processo di identificazione con il figlio.
 
Tratto da: http://www.ausl.pc.it/dedicato/dedicato_donne/dedicato_donne.asp

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