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Cos`è l`autismo?

Miobambino, 15.1.2015
L'autismo è un disturbo dello sviluppo della funzione cerebrale causato da alterazioni neurobiologiche, che comporta severe compromissioni nelle aree della comunicazione verbale e non verbale, dell'interazione sociale e del pensiero immaginativo.

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L'autismo è un disturbo dello sviluppo della funzione cerebrale causato da alterazioni neurobiologiche, che comporta severe compromissioni nelle aree della comunicazione verbale e non verbale, dell'interazione sociale e del pensiero immaginativo. 
La parola autismo deriva dal greco autòs, che significa “sé stesso”, e descrivere il ripiegamento su sé stessi caratteristico di alcune fasi della patologia.
Seconde stime recenti, colpisce in forma diversa 1 bambino su 150. 
Data la varietà di sintomatologie e la difficoltà di fornirne una definizione clinica coerente e unitaria dell'autismo, si parla più correttamente di Disturbi dello Spettro Autistico (DSA o, in inglese, ASD, Autistic Spectrum Disorders), che comprendono tutta una serie di disturbi del neuro sviluppo, determinati da un'alterata organizzazione del cervello, il cui esordio avviene nei primi tre anni di vita.
Fino ad alcuni anni fa, l’autismo era considerato un male misterioso. Oggi, anche se non esiste ancora una cura definitiva, è dimostrato che diagnosi precoce, percorsi educativi e terapeutici validati dalla comunità scientifica, progettualità e servizi per la vita adulta, possono favorire un miglioramento sostanziale del comportamento, dell’ autonomia e soprattutto una vita più piena e soddisfacente delle persone con autismo.
Il vari sintomi che caratterizzano la sindrome autistica sono riassumibili in tre aspetti: 
è compromessa l'interazione sociale: incapacità o difficoltà a sviluppare una reciprocità emotiva sia con gli adulti sia con i coetanei, che si evidenzia attraverso comportamenti, atteggiamenti
è compromesso il linguaggio: quando è presente (circa metà dei casi) è ripetitivo (ecolalico), viene usato in forma non adeguata a comunicare, ad esempio con l'uso di frasi senza significato o fuori del contesto. 
il comportamento, gli interessi e le attività sono ristretti, ripetitivi e stereotipati: la carenza dell'immaginazione e dell'imitazione non consentono il normale gioco infantile, che viene sostituito da movimenti stereotipati privi di senso.
Tali sintomi nella maggior parte dei casi sono riscontrabili fin dal primo anno di vita o hanno comunque un esordio precoce (prima di tre anni di età) e perdurano nel corso della vita intera, pur con le modificazioni che il progredire dell'età solitamente comporta. 
Oggi è ampiamente dimostrato che le cause dei disturbi non sono da attribuirsi né ad errori educativi né a conflitti familiari: i bambini autistici nascono con questo disturbo e i genitori non ne hanno alcuna responsabilità.
Le teorie eziologiche più accreditate affermano che l'autismo è una malattia a genesi multifattoriale che può essere associata a condizioni cliniche molto diverse.
Quando le cause sono ignote manca la possibilità di una terapia causale e radicale: l'unico intervento di provata efficacia resta quello della pedagogia speciale personalizzata volta a colmare i deficit mediante una paziente educazione, che deve iniziare precocemente e coinvolgere i famigliari, la scuola e la società adulta in modo coerente e programmato.
Nel video, intervista ad Dr. Giovanni Valeri, Neuropsichiatria Infantile, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, sull'autismo e sull'incidenza nella popolazione pediatrica.

 

La parola autismo deriva dal greco autòs, che significa “sé stesso”, e descrivere il ripiegamento su sé stessi caratteristico di alcune fasi della patologia.
Seconde stime recenti, colpisce in forma diversa 1 bambino su 150. 


Data la varietà di sintomatologie e la difficoltà di fornirne una definizione clinica coerente e unitaria dell'autismo, si parla più correttamente di Disturbi dello Spettro Autistico (DSA o, in inglese, ASD, Autistic Spectrum Disorders), che comprendono tutta una serie di disturbi del neuro sviluppo, determinati da un'alterata organizzazione del cervello, il cui esordio avviene nei primi tre anni di vita.

Fino ad alcuni anni fa, l’autismo era considerato un male misterioso. Oggi, anche se non esiste ancora una cura definitiva, è dimostrato che diagnosi precoce, percorsi educativi e terapeutici validati dalla comunità scientifica, progettualità e servizi per la vita adulta, possono favorire un miglioramento sostanziale del comportamento, dell’ autonomia e soprattutto una vita più piena e soddisfacente delle persone con autismo.

Il vari sintomi che caratterizzano la sindrome autistica sono riassumibili in tre aspetti: 

  • è compromessa l'interazione sociale: incapacità o difficoltà a sviluppare una reciprocità emotiva sia con gli adulti sia con i coetanei
  • è compromesso il linguaggio: quando è presente (circa metà dei casi) è ripetitivo (ecolalico), viene usato in forma non adeguata a comunicare, ad esempio con l'uso di frasi senza significato o fuori del contesto
  • il comportamento, gli interessi e le attività sono ristretti, ripetitivi e stereotipati: la carenza dell'immaginazione e dell'imitazione non consentono il normale gioco infantile, che viene sostituito da movimenti stereotipati privi di senso.

Tali sintomi nella maggior parte dei casi sono riscontrabili fin dal primo anno di vita o hanno comunque un esordio precoce (prima di tre anni di età) e perdurano nel corso della vita intera, pur con le modificazioni che il progredire dell'età solitamente comporta. 


Oggi è ampiamente dimostrato che le cause dei disturbi non sono da attribuirsi né ad errori educativi né a conflitti familiari: i bambini autistici nascono con questo disturbo e i genitori non ne hanno alcuna responsabilità.

Le teorie eziologiche più accreditate affermano che l'autismo è una malattia a genesi multifattoriale che può essere associata a condizioni cliniche molto diverse.
Quando le cause sono ignote manca la possibilità di una terapia causale e radicale: l'unico intervento di provata efficacia resta quello della pedagogia speciale personalizzata volta a colmare i deficit mediante una paziente educazione, che deve iniziare precocemente e coinvolgere i famigliari, la scuola e la società adulta in modo coerente e programmato.

Nel video, intervista ad Dr. Giovanni Valeri, Neuropsichiatria Infantile, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, sull'autismo e sull'incidenza nella popolazione pediatrica.

 

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