Per la gravida è molto utile acquisire una migliore conoscenza del proprio corpo, e in particolare del proprio bacino, la “coppa” ossea che accoglie anche l’utero.
Con semplici manovre esplorative, la donna può facilmente rendersi conto della localizzazione delle varie ossa, dei rapporti tra esse, nonché delle dimensioni del suo bacino e del suo canale del parto: ciò le è molto utile per tranquillizzarsi circa la possibilità di passaggio del feto.
Il bacino è l’anello osseo che il bambino deve attraversare per venire alla luce. Nella grandissima maggioranza dei casi il bacino femminile ha un canale del parto sufficientemente largo da poter essere attraversato dal feto; non ingannino le misure esterne, nel senso che anche donne esili e con un bacino esternamente stretto possono avere un ottimale canale del parto, e viceversa per le donne con un bacino esternamente largo.
All’ingresso pelvico, o “stretto superiore” ( il punto in cui il bambino inizia ad “impegnarsi” quando capisce che ne è giunta l’ora), il diametro traverso è quello maggiore, mentre all’egresso pelvico o “stretto inferiore” il diametro maggiore è quello antero-posteriore.
E’ questo il motivo per cui il bambino, per uscire, compie una rotazione nella sua discesa lungo il canale del parto, affinché il diametro più lungo del suo cranio affronti sempre il diametro più lungo del bacino materno.
COME CONOSCERLO MEGLIO
Poggiando le mani ai fianchi, si possono individuare antero-lateralmente le spine iliache e seguendone il bordo arrotondato fin dietro la schiena si apprezzano le ossa iliache.
L’osso pubico è esplorabile anteriormente, al di sopra del pube, mentre osso sacro e coccige possono essere palpati posteriormente. La distanza tra osso pubico e coccige rappresenta il diametro antero-posteriore del canale del parto.
Sedendosi sulle palme delle proprie mani, in posizione laterale si apprezzano facilmente le spine ischiatiche ( le protuberanze ossee delle natiche ). La distanza tra esse rappresenta il diametro laterale del canale del parto.
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