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Stop al diabete con le staminali

Dott. Alessio Trevisani, Sorgente, 19.4.2011
Le cellule staminali cordonali possono curare anche il diabete 1. Ce ne parla il Prof. Paolo Fiorina, ricercatore presso la Harvard Medical School di Boston

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Il diabete di tipo 1 è una malattia metabolica ad origine autoimmune caratterizzata dalla distruzione delle cellule che producono insulina situate nel pancreas.


Queste cellule (dette isole del Langherans) vengono infiltrate cioè attaccate dalle cellule del sistema immune, cioè dalle cellule normalmente deputate alla protezione da infezioni o batteri (i cosiddetti linfociti T).

 

Il quadro clinico del diabete è caratterizzato da alti livelli di zucchero nel sangue.

Qualora non venga trattato, il diabete di tipo 1 (o giovanile in quanto colpisce sopratutto la popolazione pediatrica) può progredire rapidamente verso quadri potenzialmente letali quali il coma e la morte rapida.

 

Il diabete, oltre a dare una serie di problemi clinici acuti, porta delle complicanze di tipo cronico al cuore, rene e cervello.


La cura principale del diabete di tipo 1 consiste nella somministrazione di insulina per via iniettiva sottocutanea.

 

Le complicanze a lungo termine si verificano nonostante la terapia insulinica ed è pertanto fondamentale: da una parte ristabilire una popolazione cellulare capace di produrre insulina, dall’altra contenere la autoimmunità, cioè la risposta infiammatoria che distrugge le cellule secernenti insulina.


La opzioni usate fino ad oggi sono state il trapianto di pancreas e quello di isole pancreatiche, che però non possono essere offerte a tutti per i problemi di carenza di donatori e per il problema del rigetto che colpisce gli organi trapiantati.

 

La motivazione dell’utilizzo delle cellule staminali (e in particolare delle staminali cordonali) nella terapia del diabete di tipo 1 è da ascriversi a questa doppia esigenza: da una parte bloccare il sistema immune e dall’altra di rigenerare le cellule producenti insulina.

 

Studi in vitro hanno dimostrato la possibilità di ottenere cellule producenti insulina a partire dalle cellule staminali cordonali.


Importanti proprietà immuno-modulatorie sono particolarmente evidenziabili nelle cellule staminali provenienti dal cordone ombelicale, le quali non vengono rigettate (o solo parzialmente), possono pertanto essere usate anche se provenienti da un donatore estraneo.

Noi abbiamo già dimostrato come le cellule staminali mesenchimali, che possono essere rintracciate in grandi quantità nel sangue cordonale, bloccano l’insorgenza del diabete di tipo 1.

 

Ovviamente rigenerare le cellule producenti insulina è un compito molto più difficile da raggiungere.

 

In uno studio recentemente pubblicato il trapianto di cellule staminali cordonali autologhe in bambini neo-diabetici si è dimostrato un approccio “sicuro” e senza effetti collaterali.

 

I livelli di zucchero nel sangue si dimostravano più accettabili rispetto a quelli dei controlli non trattati con una migliore capacità residua secretoria insulinica, dati che suggeriscono come le staminali cordonali possono rallentare la progressione del diabete.

 

Si tratta di un approccio promettente e nel momento in cui verranno stabiliti con maggior dettaglio le modalità di raccolta ed infusione, le conoscenze su queste cellule e il più appropriato regime immunosoppressivo di supporto, si potrebbero raggiungere livelli di sicurezza e praticità tali da renderlo lo standard nella terapia di questa patologia.

 

Prof. Paolo Fiorina

Harvard Medical School, Boston

Direttore Scientifico Sorgente S.r.l.

Per ulteriori approfondimenti: www.sorgente.com


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