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Tiroide e ipotiroidismo in gravidanza

Miobambino, 26.1.2015
Una corretta funzione tiroidea è molto importante durante la gravidanza: un difetto (anche lieve) può creare problemi alla salute della gestante e causare conseguenze negative sullo sviluppo neuropsichico del bambino

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Tiroide e gravidanza
Durante la gravidanza la ghiandola tiroidea è costretta a un super-lavoro: nei primi mesi di gravidanza gli ormoni tiroidei della mamma vengono infatti trasmessi al feto (la cui ghiandola tiroidea non funziona ancora) e ne garantiscono il corretto sviluppo, soprattutto cerebrale. 
Durante questo periodo, in virtù di alcuni cambiamenti fisiologici della gravidanza stessa, aumenta il fabbisogno di ormoni tiroidei. È quindi chiaro che soggetti ipotiroidei o affetti da tiroidite possono essere vulnerabili a questo effetto se non tempestivamente riconosciuti e trattati in modo adeguato.
Una corretta funzione tiroidea è molto importante nella donna in età fertile e soprattutto in corso di gravidanza, perché un difetto – anche lieve – può creare problemi alla salute della gestante e causare conseguenze negative sullo sviluppo neuropsichico del bambino.
Il buon funzionamento della tiroide nei bambini è fortemente correlato a quello delle loro madri durante la gravidanza.
Una buona funzionalità tiroidea è indispensabile durante la gravidanza sia nella madre che nel bambino per uno sviluppo normale del cervello di quest’ultimo.
Ciò è particolarmente importante nelle fasi iniziali della gravidanza, quando la tiroide del bambino non funziona ancora autonomamente e tutti gli ormoni tiroidei provengono dalla madre. 
Un eventuale ipotiroidismo della madre può dunque nuocere al feto, anche se la sua funzione tiroidea è normale. La causa più comune di ipotiroidismo è la tiroidite di Hashimoto, che si può facilmente diagnosticare controllando i livelli di anticorpi anti-TPO nel sangue materno. Questi anticorpi, chiamati anti tireoperossidasi, sono rivolti verso il principale enzima responsabile della biosintesi degli ormoni tiroidei e, seppur coinvolti in modo marginale nello sviluppo della tiroidite, rappresentano degli ottimi marcatori della malattia.
All’inizio della gravidanza la funzione tiroidea del feto in via di sviluppo è direttamente correlata a quella della madre. Questo aspetto è da tenere nella massima considerazione, perché si tratta di un periodo cruciale per lo sviluppo cerebrale del bambino. 
Le donne in gravidanza debbano controllare la funzione della tiroide, in particolare durante il primo trimestre di gravidanza. Questo è ancora più importante per le donne con anticorpi anti-TPO nel sangue, che sono a più alto rischio di sviluppare l’ipotiroidismo.
L’ipotiroidismo è frequentemente legato alla presenza di anticorpi anti-TPO nel sangue, le donne che sono consapevoli di avere questi anticorpi (come nel caso di una precedente diagnosi di tiroidite di Hashimoto) dovrebbero effettuare controlli approfonditi in caso stiano pianificando una gravidanza.
Va sottolineato che le malattie della tiroide, ad eccezione di rari casi, non costituiscono un ostacolo alla gravidanza, purché diagnosticate e trattate tempestivamente.
La malattia di più frequente riscontro rimane l’ipotiroidismo, facilmente correggibile con l’assunzione per via orale dell’ormone tiroideo che sostituisce perfettamente l’ormone naturale.
Per evitare rischi al bambino e a se stesse, le donne dovrebbero, in definitiva, effettuare dei controlli alla tiroide prima, durante, ma anche dopo la gravidanza: si pensi che circa il 10% dei casi di depressione post-partum sono causati da disfunzioni tiroidee.

 

Durante la gravidanza la ghiandola tiroidea è costretta a un super-lavoro: nei primi mesi di gravidanza gli ormoni tiroidei della mamma vengono infatti trasmessi al feto (la cui ghiandola tiroidea non funziona ancora) e ne garantiscono il corretto sviluppo, soprattutto cerebrale. 

Il buon funzionamento della tiroide nei bambini è fortemente correlato a quello delle loro madri durante la gravidanza. Una buona funzionalità tiroidea è indispensabile durante la gravidanza sia nella madre che nel bambino per uno sviluppo normale del cervello di quest’ultimo. Ciò è particolarmente importante nelle fasi iniziali della gravidanza, quando la tiroide del bambino non funziona ancora autonomamente e tutti gli ormoni tiroidei provengono dalla madre. 

Un eventuale ipotiroidismo della madre può dunque nuocere al feto, anche se la sua funzione tiroidea è normale. La causa più comune di ipotiroidismo è la tiroidite di Hashimoto, che si può facilmente diagnosticare controllando i livelli di anticorpi anti-TPO nel sangue materno.
Questi anticorpi, chiamati anti tireoperossidasi, sono rivolti verso il principale enzima responsabile della biosintesi degli ormoni tiroidei e, seppur coinvolti in modo marginale nello sviluppo della tiroidite, rappresentano degli ottimi marcatori della malattia.


Le donne in gravidanza devono quindi controllare la funzione della tiroide, in particolare durante il primo trimestre di gravidanza. Questo è ancora più importante per le donne con anticorpi anti-TPO nel sangue, che sono a più alto rischio di sviluppare l’ipotiroidismo.

Va sottolineato che le malattie della tiroide, ad eccezione di rari casi, non costituiscono un ostacolo alla gravidanza, purché diagnosticate e trattate tempestivamente. La malattia di più frequente riscontro rimane l’ipotiroidismo, facilmente correggibile con l’assunzione per via orale dell’ormone tiroideo che sostituisce perfettamente l’ormone naturale.


Per evitare rischi al bambino e a se stesse, le donne dovrebbero, in definitiva, effettuare dei controlli alla tiroide prima, durante, ma anche dopo la gravidanza: si pensi che circa il 10% dei casi di depressione post-partum sono causati da disfunzioni tiroidee.



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