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Disturbi del bebè: rigurgiti e reflussi

Miobambino, 3.12.2010
A che cosa sono dovuti i rigurgiti dei neonati? È possibile prevenirli? Si deve intervenire in qualche modo?

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Intervista al dott. Nicola Principi, della Clinica De Marchi di Milano

     

  • Professor Principi, che cos’è il rigurgito?

Il rigurgito è un fenomeno estremamente comune nel bambino, tanto da potere essere considerato assolutamente fisiologico.

Tutti i bambini rigurgitano, in misura più o meno maggiore, al fine di evitare l’eccessiva distensione gassosa dello stomaco dovuta in gran parte al tipo di dieta.

I neonati, infatti, consumano pressoché solo liquidi, assunti sia attraverso l’allattamento che per biberon, facilitando così con la suzione l’introduzione di aria e la distensione dello stomaco.

Anche il ‘ruttino’ deve essere considerato un mezzo di buona routine quotidiana per espellere gas in eccesso.

 

  • Da che cosa dipende il rigurgito?

Il rigurgito consiste nella risalita del materiale alimentare dallo stomaco all’esofago e da questo alle porzioni superiori del tubo digerente fino alla bocca.

Avviene perché al passaggio della muscolatura dell’esofago in quella dello stomaco non si forma una vera e propria valvola capace di impedire al cibo che ha già raggiunto lo stomaco di risalire.

In pratica, quando lo stomaco si contrae per far progredire il cibo verso l’intestino, se nello stomaco è contenuto molto cibo o aria, una parte può tornare indietro perché non esiste alcunché che lo impedisca.

 

  • Dunque il rigurgito è simile al vomito?

No, occorre distinguere fra i due.

Il rigurgito è un fenomeno che consegue alla normale attività dello stomaco mentre il vomito è un processo patologico che si verifica quando il materiale contenuto nello stomaco non può procedere verso il basso come normalmente avviene ma, dovendo abbandonare ,lo stomaco, viene buttato fuori da altra via che, ovviamente, non può essere che quella rappresentata dalla bocca.

 

  • Quando si passa dal rigurgito al reflusso esofageo?

Rigurgito e reflusso sono essenzialmente la stesso cosa perché in entrambi i casi il materiale presente nello stomaco risale.

In pratica, però, il rigurgito è un reflusso sempre visibile, perché il materiale che risale raggiunge la bocca mentre il reflusso può non essere facilmente diagnosticabile perché quanto lascia lo stomaco può risalire solo nell’esofago e, se raggiunge la bocca, essere immediatamente deglutito.

 

  • Quali sono i segnali che devono mettere in allarme una mamma?

La conseguenza più frequente della risalita di materiale dallo stomaco è l’esofagite che consiste in una lesione della parete dell’esofago conseguente al fatto che il materiale proveniente dallo stomaco è molto acido e può, quindi, ledere la parete dellìesofago non attrezzata a sostenere l’urto con sostanze acide.

In questo caso il bambino rifiuterà di mangiare o smetterà di assumere cibo dopo pochi cucchiai o dopo poche tirate di latte.

Inoltre, se il materiale che risale entra nelle vie aeree può dare problemi respiratori sia di tipo infettivo (polmonite ab ingestis), sia di tipo allergico per sensibilizzazione alle proteine contenute negli alimenti.

 

  • Il reflusso gastroesofageo è di difficile diagnosi?

No, anche in caso di situazioni intermedie con manifestazioni e disturbi più lievi rispetto a quelli descritti, la diagnosi è relativamente semplice e si basa sulla clinica.

Spesso deriva già dalla descrizione dei sintomi fortemente suggestivi da parte dei genitori, altrimenti sono sufficienti domande mirate per giungere alla sua identificazione.

 

  • Esistono degli esami strumentali che possono aiutare nella diagnosi del reflusso gastroesofageo?

Non ci sono linee guida che dicano quali e quando eseguire esami strumentali per la conferma di una diagnosi di reflusso gatroesofageo.

Certamente un reflusso clinicamente molto importante può essere indagato con una ecografia gastroesofagea e in casi molto selezionati con una radiografia con mezzo di contrasto e con la pHmetria, una tecnica che permette mediante una sonda introdotta in esofago per 12-24 ore, di valutare il pH e quindi l’eventuale acidità esofagea per un lungo periodo di tempo.

Tuttavia va detto che questo tipo di indagini non sono quasi mai necessarie ma servono solo a tranquillizzare il genitore.

 

  • Qual è la terapia più indicata per il reflusso gastroesofageo?

Di norma la maggior parte dei reflussi gastroesofagei rispondono bene alla terapia posturale facendo attenzione a fare assumere al bambino, quando è sdraiato, un’inclinazione di 15 gradi con l’ausilio di un piccolo cuscino.

Questa posizione consente infatti di ottenere una sostanziale diminuzione degli episodi di reflusso.

Può inoltre essere utile addensare il latte con un po’ di crema di riso o utilizzando un latte contenente un amido vegetale di qualsiasi tipo.

Nei casi più gravi e problematici si può ricorrere a sostanze viscose antireflusso, che creano una sorta di tappo al di sopra del contenuto gastrico, o di antiacidi.

Queste ultime sono tuttavia terapie attuate solo in casi molto selezionati poiché i farmaci sistemici, anche se ben tollerati, presentano degli effetti collaterali.

 

  • Non si opta mai per la chirurgia?

Solo nel caso in cui esista una anomalia anatomica nell’area di giunzione tra esofago e stomaco.

 

  • Quindi il reflusso esofageo ha una risoluzione naturale nella maggior parte dei casi?

Sì, di norma il reflusso gastroesofageo tende a risolversi con la crescita e non dare più alcun disturbo al piccolo.

 

  • Esistono anche casi di reflusso da malposizione gastrica?

Questa è un’altra problematica, a dire il vero piuttosto rara.

Si parla di malposizione gastrica quando lo stomaco non ha terminato la sua rotazione naturale nel corso delle ultime settimane di vita fetale, restando in posizione orizzontale anziché verticale andando così a favorire il reflusso che si manifesta con un caratteristico vomito a getto fin dalle prime settimane di vita.

Anche questa è comunque una patologia benigna che tende ad avere una evoluzione favorevole.

 

Francesca Morelli, Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna www.ondaosservatorio.it

 


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