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Lo svezzamento

4.5.2010
Con il termine svezzamento s’intende l’aggiunta di cibi solidi e semisolidi (biscotti, frutta, pappe, minestrine) all’alimentazione con solo latte.

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Lo svezzamento può iniziare dal 6° mese di vita compiuto del bambino, quando è ormai sicuramente pronto da ogni punto di vista: psichico, motorio, digestivo. Potrà allora accettare il cucchiaino e gestire la deglutizione di cibi densi. Oggigiorno si ritiene, comunque che continuare ad allattare al seno il proprio bambino, anche dopo l’avvio dell’introduzione dei cibi solidi e semisolidi, sia positivo. L’allattamento è il modo per dare al bambino, allo stesso tempo, nutrimento e sicurezza, insomma un riferimento affettivo rilevante per l’acquisizione dell’autonomia. Se la madre lo desidera, l’allattamento al seno potrà quindi continuare nel secondo semestre di vita e nel secondo anno e anche oltre. Tuttavia, il latte materno può non bastare più anche prima di arrivare al 6° mese di vita e può quindi verificarsi la necessità d’integrare l’alimentazione a base di latte materno con qualcosa d’altro. In questo caso si potrà usare del latte artificiale quando il bambino non ha ancora 4 mesi compiuti, mentre invece si potrà far ricorso ai cibi solidi e semisolidi quando il bambino ha già compiuto i 6 mesi. Fra i 4 e i 6 mesi si potrà decidere caso per caso, ricordandosi però che il ricorso a cibi solidi dati con il cucchiaino piuttosto che al latte artificiale dato col biberon, interferisce meno con l’allattamento al seno. In altre parole, in alcuni casi lo svezzamento può essere anticipato fra il 4° e il 6° mese di vita.
 
La motivazione di carattere nutrizionale più importante per svezzare un bambino è quella di fornirgli una fonte alimentare aggiuntiva di ferro rispetto al latte materno, il cui contenuto non basta più dopo i 6 mesi. Durante lo svezzamento inoltre, non c’è bisogno di posticipare l’introduzione del pane e della pastina (contenenti glutine), perché è opportuno sapere fin dall’inizio se il bambino ha una forma d’intolleranza al glutine (celiachia). Anche l’ordine con cui gli alimenti semisolidi e solidi vengono introdotti nella fase dello svezzamento non riveste più l’importanza che un tempo veniva attribuita e può variare in base alla preferenza del bambino e alla cultura gastronomica della famiglia e del pediatra che fornisce i consigli.
     
È invece assolutamente valida e attuale la raccomandazione di non esagerare, nella fase dello svezzamento, con l’offerta di cibi salati e ad alto contenuto proteico. Gli errori più comuni nella prima alimentazione sono dovuti infatti all’eccesso di formaggio, formaggini e carne, che appesantiscono il metabolismo del bambino e possono anche orientare le sue preferenze future verso un’alimentazione meno sana, perché iperproteica (con troppe proteine) e ipersodica (con troppo sale). Nel caso di allattamento artificiale un errore frequente è quello di cadere nella tentazione di aggiungere nel biberon biscotti, creme e altro al latte dei primi mesi. Bisogna invece aspettare quantomeno il 4° mese e possibilmente il 6°, procedendo con uno svezzamento secondo linee guida generali analoghe a quelle valide se il bambino è allattato al seno.

 

     

Servono aggiunte di vitamine e minerali nel primo anno di vita?

   
La Vitamina K ha la funzione di stimolare una corretta coagulazione. La somministrazione di Vitamina K al neonato è regolarmente praticata dal personale sanitario al momento della nascita ed eventualmente anche nelle prime settimane di vita per evitare i sanguinamenti spontanei, sia precoci (dei primi giorni), che tardivi (dei primi 3 mesi). Questo intervento deve interessare sia i bambini allattati al seno, che quelli allattati artificialmente ed è comunque fortemente raccomandato. La Vitamina D serve per un adeguato sviluppo dello scheletro e per evitare il rachitismo.
 
1. Il latte materno contiene una quota limitata di vitamina D. Non è però necessario supplementare con vitamina D tutti i bambini nati a termine di gravidanza e con buon peso, se allattati al seno. Basterà dare la vitamina D, a quei bambini che per varie ragioni (clima, pelle nera o molto scura, stile di vita) non siano in grado di beneficiare dello stimolo della luce solare per produrre un’adeguata quantità di vitamina D.
2. Se il bambino è allattato artificialmente, non servono supplementi, perché la vitamina D aggiunta al latte artificiale è sufficiente. primi mesi.
 

Raccomandazioni conclusive

     
La novità maggiore negli orientamenti pediatrici in campo nutrizionale per il primo anno di vita, è proprio quella di una generale semplificazione, tralasciando l’approccio matematico nell’indicazione della dieta infantile e considerando il latte materno come il riferimento nutrizionale centrale e ideale. In sintesi possiamo ricordare per il primo anno di vita questi semplici, ma solidi orientamenti nutrizionali:
1. Il latte materno può essere adeguato come unico alimento del bambino per i primi 6 mesi di vita.
2. In alternativa e in aggiunta si useranno il latte artificiale dei primi mesi e poi il latte di proseguimento, evitando il latte di latteria.
3. A partire dal 6° mese di vita compiuto si svezza il bambino, continuando ad allattarlo (al seno o artificialmente).
4. L’allattamento al seno in aggiunta ai cibi solidi e semisolidi può proseguire anche nel secondo anno di vita e oltre, a discrezione della mamma.
5. Una volta iniziato lo svezzamento, si daranno da subito al bambino alimenti che forniscono ferro, ma senza esagerare nell’introduzione di alimenti ricchi di proteine.
6. Non ci devono essere remore nel largheggiare da subito con l’uso di alimenti ricchi di glutine.
7. Può essere indicata un’aggiunta di vitamina D nei casi di allattamento esclusivo al seno, qualora il pediatra ravvisi che esistono le condizioni per una scarsa stimolazione della cute a produrre autonomamente la vitamina D.
 
Fonte:opuscolo "Quando nasce un bambino" (sezione a cura del Dott.Riccardo Davanzo Irccs - Ospedale Burlo Garofalo, Trieste)

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