Per ovvi motivi di carattere fisiologico, sanitario e medico, gli studi sul periodo della gravidanza tendono a privilegiare il problema della maternità ed hanno enfatizzato il ruolo della madre. La donna “fa” i bambini, ma il padre partecipa.
Così come occorrono un padre ed una madre per dare origine all'organismo fisico, così occorrono un padre ed una madre per creare la personalità e permettere la realizzazione di tutte le potenzialità del bambino, sia pure con un processo più lungo e di natura diversa.
Il bambino, infatti, si auto-crea adattandosi al gruppo umano a cui appartiene e questo gruppo è formato dapprima dalla famiglia, un ambiente ristretto che protegge la formazione della sua personalità in armonia con l'ambiente. Madre e padre sono due riferimenti precisi che sostengono tutta questa costruzione. Diventare padre non è l'effetto di un unico evento, ma è un lento, graduale e complesso processo che modifica i ruoli all'interno della coppia con la consapevolezza di impegni e gioie nuove. Questo processo inizia molto presto, già quando nella maggioranza dei casi, la coppia decide di avere un figlio e prosegue quando si trova di fronte allo stato di gravidanza. Prima ancora che il bambino nasca, come padre e come madre costruiamo delle aspettative su di lui e su quello che la sua nascita comporterà per la nostra vita. Ma quali che siano le nostre previsioni circa la paternità, la realtà può capovolgerle. Questi mutamenti possono avvenire nel padre come nella madre. In tutti i casi, l'atteggiamento del padre può modificare la situazione e incidere sulla relazione madre-bambino.
Molto dipende dai sentimenti e atteggiamenti dei genitori nei riguardi di questa nuova persona. Sul bambino, infatti, influiscono non solo gli eventi importanti all'interno della famiglia, ma anche quelli banali. Il tono della voce, una semplice parola, l'espressione del viso, il sorriso, lo sguardo della madre e del padre, possono gettare una luce completamente diversa sulle cose e sulle vicende della realtà.
Diventando padre l'uomo compie una serie di esperienze complete che, secondo gli studi di psicoanalisi, possono ricondurlo all'infanzia: egli rivive in versione più matura la storia dei legami con i propri genitori.
Possono quindi agire nell'uomo sia forze che tendono ad una realizzazione piena e soddisfacente della paternità, sia forze conflittuali che tendono ad ostacolare l'assunzione del ruolo paterno e a favorire sentimenti di difesa più che di donazione di se. L'attivazione di questi sentimenti è influenzata anche dalla relazione tra madre e padre all'interno della coppia. Il ruolo di entrambi i genitori nella famiglia e col figlio viene influenzato anche dalla qualità dell'attesa che i genitori riversano nei riguardi del bimbo che nascerà; egli può infatti essere il frutto di un rapporto affettivo soddisfacente, ma potrebbe anche essere uno strumento per porre riparo a insufficienze nella relazione tra marito e moglie. In ognuno di questi casi l'attesa può determinare complicanze, chiudere il rapporto ma può anche espanderlo, organizzarlo, indirizzarlo verso nuovi canali di comunicazione.
Comunemente il marito assume transitoriamente degli atteggiamenti protettivi verso la moglie, permettendole di vivere ed affrontare la gravidanza in una condizione relativamente protetta che la rassicura e la aiuta a superare ansie, paure, insicurezze, atteggiamenti ostili verso il figlio. Il marito può assolvere questo ruolo preparandosi attivamente al futuro ruolo di padre quando è interiormente convinto che la moglie risponderà alle sue richieste. Se manca la fiducia reciproca anche il processo d'attesa verrà vissuto separatamente, senza possibilità di aiuto reciproco con grave difficoltà per un'assunzione dei ruoli corretti da parte di entrambi i genitori.
Proteggere la gravidanza
Nel corso della gravidanza il futuro papà vive modificazioni psichiche in relazione a quelle che vive la sua donna e quindi il suo comportamento può essere compreso se si considera in rapporto al comportamento della donna durante questo periodo di attesa e preparazione. Entrambi i genitori, seppure in maniera diversa, vivono ansie e gratificazioni, paure e speranze, che hanno caratteristiche nuove rispetto al passato ma sono significative perché incidono sulla loro vita emotiva. Il padre può offrire sempre un valido aiuto alla donna, la sua protezione nei momenti difficili e la sua partecipazione serena e rassicurante ai problemi che si presentano di volta in volta, aiutano la futura mamma a superare eventuali disturbi e ad accettare i disagi che il bambino le procura.
La capacità di parlare con lei senza ansie e paure, permettendole di sfogare le preoccupazioni senza paure di rifiuto o allontanamento, garantiscono al bambino una preparazione più serena alla nascita e contribuisce alla serenità di tutti i componenti della famiglia. Vi è infatti un rapporto diretto fra lo stato emotivo della madre e addirittura della coppia e i primi stadi di sviluppo del bambino. I neonati le cui madri hanno avuto una gravidanza serena hanno rivelato, in tutte le ricerche, minore irritabilità, un positivo sviluppo fisiologico e maggiori capacità di ripresa da una condizione di stress: in sintesi maggiore solidità fisica e psichica.
Il ruolo del padre non si arresta sulla porta dell'ospedale dove consegna la sua donna con le doglie all'ostetrica. Il parto è un evento naturale nella vita della famiglia che ha tre protagonisti: la madre, il bambino e il padre.
I padri in sala parto sono di grande aiuto, soprattutto quando sono preparati e conoscono le modalità con cui aiutare la moglie e possono rincuorarla, infondendole coraggio e sicurezza.
E' ormai lontano il tempo in cui al padre era concesso di dare solo un'occhiata ai neonati attraverso la finestra del nido. Oggi è permesso e favorito il contatto diretto con i figli senza aspettare il loro rientro a casa.
Sia soli che assieme alla moglie, sono capaci di offrire stimolazioni e cure come le madri; il solo comportamento nel quale le madri superano i padri sembra essere il sorriso, ma le donne sorridono in genere più degli uomini in tutte le occasioni, anche nei rapporti con gli adulti.
Alla nascita il bambino vive in simbiosi con la madre che gli procura cibo e lo aiuta ad entrare in relazione con l'ambiente. Il padre può offrire un aiuto insostituibile che arricchisce questa prima fase della vita e tutto il futuro del neonato attraverso quella che può essere definita “barriera protettiva” con la sua protezione e la sua vicinanza può offrire al suo bambino esperienze tattili, olfattive e visive che arricchiscono la sua vita.
La pelle è il più esteso apparato di comunicazione e il bambino è dotato di una sensibilità cutanea vivissima che gli permette di relazionarsi con noi e con le cose. Una stimolazione tattile adeguata, fare il bagno, cambiare il pannolino, cullare, giocare con il neonato servono, oltre alla gioia della conoscenza reciproca e del darsi un reciproco piacere, a fargli prendere coscienza di se, del proprio corpo e gli consentono di “nascere” davvero.
Tratto da: http://www.ausl.pc.it/dedicato/dedicato_donne/dedicato_donne.asp
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