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Il fumo passivo in gravidanza

15.7.2000
Anche se è passivo il fumo ha un impatto permanente sulla salute del bambino. Mutazioni genetiche predispongo infatti il nascituro a malattie durante la vita.

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Non basta fare attenzione a non fumare in gravidanza, ma bisogna stare attenti anche a coloro che ci stanno accanto e ai luoghi che si frequenta.

Sì, perché tutte queste situazioni possono essere fonte di fumo passivo, ossia di fumo che aleggia nell’aria e che la donna incinta può respirare.

Il semplice fatto di respirare questo fumo passivo espone il nascituro a un rischio che ha effetti permanenti sullo stato di salute durante tutto il corso della sua vita.

Ecco quanto affermato da un nuovo studio a opera dei ricercatori americani dell’Università di Pittsburgh, Graduate School of Public Health.

 

I ricercatori hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sulla versione online della rivista “Open Pediatric Medicine Journal” in cui si asserisce che il fumo passivo provoca mutazioni genetiche nel feto in grado di influire sulla salute a lungo termine.

In particolare, gli scienziati hanno scoperto che nei neonati di madri non fumatrici che però erano state esposte al fumo passivo, vi erano le stesse anomalie genetiche di quelle trovate nei neonati di madri fumatrici.

Queste anomalie possono influenzare negativamente la stessa sopravvivenza del bambino, il peso alla nascita e la suscettibilità alle malattie, tra cui il cancro.

 

Il dottor Stephen G. Grant, che ha coordinato lo studio, ricorda come questo confermi un precedente studio in cui si erano riscontrate anomalie nel gene HPRT che si trova nel sangue del cordone ombelicale dei neonati di madri non fumatrici esposte al fumo passivo.

Questa nuova ricerca aggiunge un tassello alle prove sempre crescenti della pericolosità del fumo ambientale e conferma che vi sono altre mutazioni indotte in altri geni quali il glicoforina A (GPA) che è un rappresentante di geni oncogeni, quelli che trasformano le cellule normali in cellule cancerose.

Questa stessa mutazione si è riscontrata sia nei neonati di madri fumatrici che in quelli di madri non fumatrici esposte al fumo ambientale.

 

Differenze nella mutazione sono state osservate in neonati di madri che avevano smesso per tempo di fumare durante la gravidanza ma che non sono state al riparo dal fumo passivo.

«Questi risultati confermano la nostra precedente conclusione che passivo, o secondario, il fumo provoca danni genetici permanenti nei neonati molto simili ai danni provocati dal fumo attivo», ha concluso il dottor Grant.

Fonte: La Stampa

 


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