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SOS emorroidi in gravidanza

Miobambino, 29.11.2013
Quali sono le cause e le cure di questa dolorosa infiammazione che affligge molte donne durante la gravidanza?

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SOS emorroidi in gravidanza 
Quali sono le cause e le cure di questa dolorosa infiammazione  che affligge molte donne durante la gravidanza?
Di emorroidi in gravidanza si parla poco, forse per tabù. 
Eppure si tratta di una patologia molto fastidiosa che comporta prurito, dolore,  bruciore, sanguinamento e che può dar luogo a complicanze rilevanti: dalle anemie (per la cronica perdita di sangue che le emorroidi comportano), alle più impegnative trombosi del plesso emorroidario, nonché alle dolorose ragadi anali.
Parlarne con il medico è importante perché oggi esistono varie soluzioni a livello di terapia medica e stili di vita che permettono di superare il problema.
Che cosa sono le emorroidi?
Le emorroidi sono cuscinetti situati nella parte terminale del retto che provvedono alla continenza delle feci. 
Si tratta di tumefazioni venose nel tessuto che circonda l’ano dovute a vari motivi: stitichezza, insufficienza venosa, invecchiamento, alimentazione povera di fibre, scarsa attività fisica e obesità.
È una patologia decisamente diffusa in gravidanza: ne soffre infatti il 12-34% delle donne in dolce attesa. 
 
La gravidanza stessa è un fattore scatenante. 
L’aver avuto due o più gravidanze aumenta infatti il rischio di emorroidi del 20-30%. 
Dalla terza fino alla 23a settimana di gravidanza sono le modificazioni ormonali a favorire le emorroidi con il progressivo aumento degli estrogeni e soprattutto del progesterone. 
Con il progredire della gravidanza, in genere dalla 24a settimana in poi, ai fattori ormonali si associano i fattori meccanici, tra cui l’effetto di stasi causato dall’aumento del volume uterino, dalla congestione venosa pelvica, dall’aumento di peso e dalla ridotta attività fisica. 
Dopo i parto, specie se è stato difficoltoso, aumentano significativamente le trombosi emorroidarie e le ragadi anali, che colpiscono il 10% delle partorienti.
Come affrontare le emorroidi in gravidanza?
Correggere lo stile di vita: regolare movimento fisico, qualità dell’alimentazione (fibre!) e dell’introduzione di liquidi (1,5-2 litri di acqua al dì), mantenimento di un normale peso corporeo (con aumento in gravidanza non superiore ai 12, massimo 14 chili), correzione della stipsi, per ridurre lo sforzo alla defecazione che facilita il protrudere e il sanguinare delle emorroidi, uso di lassativi dolci in caso di stipsi resistente alle misure dietetiche; igiene appropriata (con detergenti a pH acido) e impacchi con acqua fredda ma non ghiacciata. 
 È possibile ridurre il dolore?
 n caso di dolore i trattamenti locali includono anestetici locali; lievi astringenti e calmanti (sali di bismuto, ossido di zinco, hamamelis); flavonoidi e derivati dell’ippocastano (migliorano il tono della muscolatura liscia delle vene e riducono la produzione di prostaglandine, che causano il dolore); derivati della liquirizia (acido 18-beta-glicirretico), che hanno spiccate attività antinfiammatorie, antigonfiore e cicatrizzanti, e possono essere usati anche in gravidanza.


Di emorroidi in gravidanza si parla poco, forse per tabù. 

Eppure si tratta di una patologia molto fastidiosa che comporta prurito, dolore, bruciore, sanguinamento e che può dar luogo a complicanze rilevanti: dalle anemie (per la cronica perdita di sangue che le emorroidi comportano), alle più impegnative trombosi del plesso emorroidario, nonché alle dolorose ragadi anali.

Parlarne tempestivamente con il medico o il ginecologo è importante perché oggi esistono varie soluzioni a livello di terapia medica e stili di vita che permettono di superare il problema senza dover ricorrere ad un intervento chirurgico.



Che cosa sono le emorroidi?

Le emorroidi sono cuscinetti situati nella parte terminale del retto che provvedono alla continenza delle feci. Si tratta di tumefazioni venose nel tessuto che circonda l’ano dovute a vari motivi: stitichezza, insufficienza venosa, invecchiamento, alimentazione povera di fibre, scarsa attività fisica e obesità.


È una patologia decisamente diffusa in gravidanza: ne soffre infatti il 12-34% delle donne in dolce attesa.  

La gravidanza stessa è un fattore scatenante. L’aver avuto due o più gravidanze aumenta infatti il rischio di emorroidi del 20-30%. 

  • Dalla terza fino alla 23a settimana di gravidanza sono le modificazioni ormonali a favorire le emorroidi con il progressivo aumento degli estrogeni e soprattutto del progesterone. 

 

 

  • Con il progredire della gravidanza, in genere dalla 24a settimana in poi, ai fattori ormonali si associano i fattori meccanici, tra cui l’effetto di stasi causato dall’aumento del volume uterino, dalla congestione venosa pelvica, dall’aumento di peso e dalla ridotta attività fisica. 

 

 

  • Dopo i parto, specie se è stato difficoltoso, aumentano significativamente le trombosi emorroidarie e le ragadi anali, che colpiscono il 10% delle partorienti.

 



Come affrontare le emorroidi in gravidanza?

Per prima cosa si deve correggere lo stile di vita: fare regolare movimento fisico, curare l'alimentazione, bere 1,5-2 litri di acqua al giorno, mantenere sotto controllo il peso corporeo (con aumento in gravidanza non superiore ai 12, massimo 14 chili), combattere la stipsi per ridurre lo sforzo durante la defecazione (dieta ricca di fibre e, se necessario, lassativi dolci); igiene appropriata (con detergenti a pH acido) e impacchi locali con acqua fredda ma non ghiacciata. 



È possibile ridurre il dolore?

In caso di dolore i trattamenti locali includono anestetici locali; lievi astringenti e calmanti (sali di bismuto, ossido di zinco, hamamelis); flavonoidi e derivati dell’ippocastano (migliorano il tono della muscolatura liscia delle vene e riducono la produzione di prostaglandine, che causano il dolore); derivati della liquirizia (acido 18-beta-glicirretico), che hanno spiccate attività antinfiammatorie, antigonfiore e cicatrizzanti, e possono essere usati anche in gravidanza.

 


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