I vantaggi dell’ ecografia precoce nelle tecniche di procreazione assistita sono molteplici. Il primo e più evidente è porre la diagnosi di gravidanza clinica.
Infatti, nelle tecniche di procreazione assistita, dopo circa due settimane dall’inseminazione o dal trasferimento embrionale, si effettua il test di gravidanza beta-hCG sul sangue materno, per accertare la esistenza di gravidanza.
Tuttavia il test non consente se non limitatamente di distinguere una gravidanza evolutiva da una che è destinata a interrompersi; ma soprattutto, la sostanza che viene dosata nel sangue materno (il beta hCG appunto), non è prodotto dall’embrione, ma dagli annessi embrionari, in particolare dall’abbozzo placentare che può esistere indipendentemente dalla presenza dell’embrione. Quindi, il test di gravidanza è un metodo indiretto per determinare la gravidanza, ma non distingue tra una gravidanza con embrione all’interno della camera gestazionale da un uovo “vuoto” (in termine tecnico gravidanza anembrionica o blighted ovum).
Pertanto, fino all’effettuazione dell’ecografia possiamo parlare di gravidanza biochimica, senza essere certi che la gravidanza evolva o esiti in un aborto. Dopo circa 5 settimane dall’inseminazione o dal transfer embrionale, una ecografia transvaginale consente di distinguere, all’interno della camera gestazionale, la presenza di “echi” riferibili a uno o più embrioni veri e propri. Segni certi di presenza in utero dell’embrione sono il sacco vitellino, una struttura che appare in ecografia come una cistarella piena di liquido e, se l’embrione è vitale, la presenza di echi pulsanti riferibili alla attività cardiaca fetale. Solo in questo momento la gravidanza si definisce clinica (vera e propria gravidanza).
Un’ulteriore ecografia effettuata a 11–13+6 settimane identifica inoltre il numero dei feti e la loro vitalità, consente di datare accuratamente la gravidanza e diagnosticare precocemente le anomalie fetali maggiori. Un’ ecografia precoce permette, inoltre, un’ attendibile diagnosi di corialità (cioè la caratteristica della o delle placente), che è il fattore principale nel determinare il successo delle gravidanze multiple.
Tratto da: www.donnamed.it
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