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Lo spuntino a scuola

24.11.2010
La merenda a metà mattina costituisce un appuntamento importante nella dieta quotidiana dei piccoli e deve essere adeguata ai loro reali fabbisogni energetici

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Cosa dare ai bambini per lo spuntino di metà mattina?

Lo spuntino di metà mattina è un momento importante nella giornata del bambino ma non deve sostituirsi alla colazione, né avere un apporto calorico eccessivo.

 

Dovrebbe fornire il 5-10% delle calorie giornaliere, dunque oscillare - sulla base dell'età - tra le 100-125 calorie di un bambino di 6 anni e le 180-200 di un adolescente.

 

Lo scopo dello spuntino è quello di fornire energia "a rapido consumo" per prevenire il calo di attenzione e di umore, tipici della tarda mattinata e del pomeriggio, o spezzare intervalli superiori alle 4-5 ore tra i pasti.

 

 

Quali alimenti privilegiare?

In primo luogo quelli facilmente digeribili, ricchi in carboidrati e poveri in grassi, quali ad esempio frutta o yogurt alla frutta.

 

Sottolineo tuttavia che un'alimentazione ben condotta deve essere anche variata, dunque al momento del break possono - a rotazione - intervenire anche alimenti quali fette biscottate, merendine non farcite, frollini o piccole quantità di pizza, tipo 40 gr di "rossa" del fornaio.

 

Sono da evitare panini superimbottiti, spuntini golosi, merendone o qualsiasi alimento in eccesso per quantità e calorie che impegni la digestione con conseguenze severe sull'alunno, sia dal punto di vista delle prestazioni cognitive che da quello calorico.

 

 

È adeguato il panino?

Un conto è il panino piccolo, magari arricchito con le noci; un conto il panino imbottito con affettati o formaggi.

È chiaro che in quest'ultimo caso siamo di fronte a una circostanza che va ben oltre lo spuntino, da prendere in considerazione solo in pochi casi.

 

Erroneamente invece molte mamme lo inseriscono nello zaino, soprattutto quando il bambino si rifiuta di fare colazione.

Dal punto di vista nutrizionale questo è un comportamento scorretto.

 

Si dovrebbe intervenire "a monte", inducendo il bambino a consumare, sempre e comunque, la prima colazione.

In questo modo non ci sarebbe alcun bisogno di supplementazioni "extra".

 

 

E se il bambino insiste su cibi particolarmente ricchi dal punto di vista calorico?

In questi casi servono la mediazione e il buon esempio.

Episodicamente possono anche capitare spuntini più sostanziosi ma ciò richiede una maggiore attenzione alle scelte del pranzo e della cena e soprattutto allo stile di vita.

 

In linea di massima comunque nei bambini più piccolini sono fondamentali l'esempio e le indicazioni della figura materna che potrebbe indirizzare le scelte, come in un gioco, ad esempio, sui colori o la forma degli alimenti per assicurare varietà e corretta quantità.

 

Durante l'età scolare possono intervenire le istituzioni scolastiche o la figura dell'insegnante, magari attraverso un'educazione alimentare che parta proprio dal modo di mangiare dei bambini e sappia indirizzare verso la sperimentazione di cibi e menu diversi e più salutari.

 

 

La scuola può aiutare il bambino ad avere un’alimentazione corretta?

Gli insegnanti rappresentano una figura fondamentale nell’educazione del bambino, anche quella alimentare; trattandosi tuttavia di un insegnamento che deve trasformarsi in comportamento è necessario partire dalle scelte concrete che il bambino fa allo spuntino ed alla mensa.

Un aiuto in tal senso è quanto proposto dal Comune di Roma: con il "pacchetto spuntino-pranzo" - messo a punto da un'équipe di esperti.

 

In realtà spesso i bambini rifiutano tali alimenti e richiedono ai genitori cibi diversi, spesso più calorici, ma anche più gustosi: il compito degli insegnanti è proprio quello, attraverso un lavoro paziente di riflessione - proposta - sperimentazione, di portare il bambino ad assaporare gusti diversi e cibi più salutari.

 

 

E per quanto riguarda gli adolescenti?

Più complesse invece sono le strategie da applicare agli adolescenti, che non considerano più la famiglia o gli insegnanti come unici modelli di riferimento.

 

In questi casi può riuscire utile differenziare maggiormente le proposte alimentari, magari attraverso l'inserimento - presso le zone ristoro - di un più ampio ventaglio di alimenti a basso contenuto lipidico.

 

In famiglia comunque nell’acquisto degli alimenti e nella preparazione dei pasti principali dovrebbe essere sempre tenuto conto non solo del gradimento dei cibi, ma soprattutto di offrire ai figli una dieta variata e ben bilanciata da un punto di vista nutrizionale e calorico.

 

a cura del Dott. Giuseppe Morino, Unità Operativa di Dietologia Clinica, Dipartimento Medico Chirurgico di Epato-Gastroenterologia e Nutrizione, Ospedale Bambin Gesù di Roma

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