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Urgenza - emergenza pediatrica

4.5.2010
Per il bambino il bisogno di diagnosi e cura specialistica e tempestiva emerge in tutta la sua evidenza nell’area della urgenza-emergenza.

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In queste condizioni, molto spesso il paziente afferisce invece al servizio di guardia medica territoriale, al pronto soccorso ospedaliero o ai reparti di terapia intensiva, cioè a strutture e competenze che esulano da quelle pediatriche.
 
Dall’analisi della situazione attuale, quale emerge dai dati epidemiologici, dalle clausole dei contratti di lavoro, e dalla normativa generale del SSN emerge che:
 
la “copertura” temporale offerta dalla PLS nell’arco delle 24 ore è insufficiente per quanto attiene le fasce notturne e festive, soprattutto se si tiene conto che la domanda di interventi d’urgenza è difficilmente comprimibile e che nei primi anni di vita si esprime nell’arco delle 24 ore; inoltre risposte differibili di qualche ora non sono accettate dalle famiglie;
l’intervento del medico di guardia medica è correlato, direttamente o indirettamente, alla induzione del ricorso al pronto soccorso ospedaliero, anche per condizioni cliniche risolvibili al primo livello, che dovranno trovare soluzione a livello distrettuale;
in molte realtà ospedaliere il pronto soccorso è attuato in strutture non rispettose dei bisogni più generali del bambino e dell’adolescente, dalle quali il paziente viene avviato per consulenza o per ricovero in U.O. specialistiche prive di requisiti per l’accoglienza del soggetto in età minorile (ortopediche, otoiatriche, di chirurgia generale, ecc.);
nell’emergenza che richiede rianimazione e terapie intensive il bambino afferisce quasi inevitabilmente (l’età neonatale rappresenta l’eccezione) a servizi di terapia intensiva dedicati all’adulto. E’ perciò palese l’esigenza di identificare in ogni ospedale delle aree (intese come spazi fisici e come competenze pediatriche) a cui accedano, in condizioni di urgenza-emergenza, soggetti in età evolutiva e di attivare in ambito regionale strutture ospedaliere di riferimento per l’urgenza-emergenza pediatrica, nelle quali gli interventi di pronto soccorso ospedaliero e di emergenza siano gestiti nell’ambito di una stretta collaborazione e integrazione funzionale con il D.E.A.
 
Nell’ambito dell’ASL il Distretto e il DP dovranno operare in sinergia per un’offerta attiva di strumenti educativi che concorrano nella prevenzione del rischio di incidenti-avvelenamenti e per l’offerta di risposte assistenziali che soddisfino a livello territoriale la maggior parte dei bisogni dell’area dell’urgenzaemergenza pediatrica che oggi afferiscono in gran parte al pronto soccorso ospedaliero.
 
Sono possibili tre livelli di intervento:
 
I LIVELLO A livello territoriale una più stretta collaborazione in ambito distrettuale tra pediatria di libera scelta e pediatria ospedaliera può ricondurre il flusso di pazienti in età minorile nell’area pediatrica, evitando gli attuali inutili transiti
attraverso i servizi ospedalieri dedicati all’adulto.
 
II LIVELLO A livello ospedaliero, attraverso la revisione della rete delle U.O. pediatriche, sarà possibile garantire nell'arco delle 24 ore l'offerta del pediatra in ospedale, il quale si avvarrà di eventuali altre competenze specialistiche nell’ambito di un approccio multidisciplinare quanto più possibile effettuato in strutture pediatriche. Compito dell’U.O. pediatrica, sarà quello di garantire il coordinamento e l’attivazione di interventi di pronto soccorso e di guardia pediatrica, attraverso la predisposizione di locali, strutture e supporti tecnologici dedicati ai bambini, il servizio di telefonia d’emergenza, l’adeguamento delle
 
ambulanze, ecc. In rapporto al livello e all’entità delle risposte territoriali ai bisogni urgenti dei bambini (offerta di pediatri di libera scelta per interventi domiciliari urgenti, tipologia di interventi garantiti a livello distrettuale, consultoriale e di astanteria territoriale, ecc.), l’ospedale modulerà la propria attività di pronto soccorso, in modo da favorire quanto più possibile la riduzione del ricorso alla spedalizzazione e garantire migliori condizioni di accoglimento per le situazioni più critiche.
 
III LIVELLO Nell’ambito di aziende ospedaliere particolarmente avanzate per competenze e tecnologie polispecialistiche, possibilmente sede di dipartimento di emergenza a valenza plurizonale e con funzioni di coordinamento del sistema 118, dovrebbero trovare collocazione le funzioni di coordinamento e di formazione-aggiornamento del personale medico e infermieristico impegnato in misura preponderante nell’urgenza-emergenza pediatrica. E’ preferibile che tali funzioni ricadano sulle Aziende autonome di alta specializzazione, sui Policlinici universitari, sugli I.R.C.C.S. con forte componente ostetrico-pediatrica e sugli Ospedali infantili specializzati, purché dotati di U.O. di pronto soccorso e di terapia intensiva neonatale/pediatrica. In tali contesti devono essere ben definiti i rapporti di collaborazione-integrazione funzionale “trasversali” tra organizzazione dipartimentale dell’area materno infantile e Dipartimento dell’emergenza.
 

AZIONI

 
Identificare i reali bisogni pediatrici afferenti all’area dell’urgenza-emergenza,, in modo da articolare l’offerta territoriale a livello domiciliare, distrettuale, consultoriale, scolastico, sportivo, ecc., con particolare attenzione al monitoraggio delle situazioni di maggior rischio (incidenti, avvelenamenti, infezioni gravi, ecc.), anche allo scopo di meglio mirare gli interventi di protezione e di prevenzione, di concerto con il D.P..
Coinvolgere attivamente tutte le U.O. ospedaliere pediatriche nella offerta di prestazioni in regime di pronto soccorso-emergenza, in modo da ricondurre nelle strutture destinate ai soggetti in età evolutiva il maggior numero di pazienti che ricorrono alla struttura ospedaliera, coinvolgendo a livello dell’area pediatrica del dipartimento le competenze degli specialisti interessati.
Adeguare le strutture specifiche pediatriche e le tecnologie necessarie a soddisfare i bisogni di salute generali e specifici del bambino-adolescente in condizioni d’emergenza, attivando parallelamente programmi di formazione-aggiornamento che integrino le esperienze territoriali a quelle ospedaliere, al fine anche di evitare inutili sovrapposizioni di intervento e di uniformare i percorsi diagnostici e terapeutici per casistiche isovalenti.
Attivare, in collaborazione anche con i P.L.S., iniziative volte alla prevenzione della SIDS ed alla diagnostica differenziale della sintomatologia.
Definire annualmente i livelli di competenza e i contributi professionali e istituzionali delle varie componenti interessate all’area dell’urgenza-emergenza pediatrica (P.L.S., C.F., pronto soccorso ospedaliero,ecc.)
Definire e attivare un piano specifico di interventi inerenti l’emergenza pediatrica che, a partire dal P.S.R., guidi l’integrazione funzionale tra il dipartimento ed il D.E.A. delle varie Aziende coinvolte, nel rispetto delle specifiche competenze afferenti all’area pediatrica.
 
Tratto da: www.mipaonline.com

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