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Allattare al seno un bambino che inizia a camminare: perché mai?

Jack Newman, 4.5.2010
Sempre più donne stanno allattando i loro bambini, sempre di più trovano piacevole allattare al seno e vogliono pertanto continuare a farlo più a lungo dei soli pochi mesi che pensavano inizialmente.

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L’UNICEF ha a lungo incoraggiato l’allattamento al seno per almeno due anni e più, e l’Accademia Americana di Pediatria è ora al lavoro per incoraggiare le madri ad allattare per almeno un anno e per un periodo di tempo anche maggiore se mamma e bambino lo desiderano. Persino la Società Canadese di Pediatria, nelle sue ultime affermazioni è a conoscenza che molte donne desiderano allattare per due anni ed oltre. Allattare al seno bambini fino a 3 e 4 anni è stato un fatto molto comune nel mondo fino a tempi recenti, ed è ancora un fatto normale che in alcune società vi siano bambini che già camminano e sono allattati al seno.

Perché l’allattamento al seno dovrebbe continuare trascorsi 6 mesi?

Perché mamme e bambini spesso trovano l’allattamento assai piacevole. Perché interrompere una relazione così appagante tra mamma e bambino? E un allattamento protratto a lungo è ottimo per la salute e il benessere di mamma e figlio.

Ma è stato detto che il latte materno non ha più valore nutritivo dopo 6 mesi.

Probabilmente è stato detto, ma è sbagliato. Che qualcuno (inclusi i pediatri) possano affermare una cosa come questa dimostra quanto nella nostra società molte persone siano ignoranti in merito all’argomento. Il latte materno è dopotutto, latte. Anche dopo sei mesi continua a contenere proteine, grassi ed altri elementi importanti ed appropriati dal punto di vista nutrizionale di cui neonati e bambini necessitano. Il latte materno contiene ancora dopo sei mesi fattori immunologici che proteggono il bambino. Infatti, alcuni fattori immunologici presenti nel latte materno che proteggono il bambino dalle infezioni, sono presenti in quantità maggiore nel secondo anno di vita del bambino, piuttosto che nel primo. Questo perché, com’è naturale e dovrebbe essere, bambini più grandi di un anno sono in genere più esposti a infezioni. Il latte materno contiene fattori che aiutano il sistema immunitario a svilupparsi, e che aiuta il cervello, lo stomaco e altri organi a svilupparsi e maturare.

E’ stato ben dimostrato che bambini all’asilo che sono ancora allattati al seno hanno meno infezioni e di minore portata rispetto ai bambini che non lo sono. La madre perde meno tempo lavorativo se continua ad allattare il bambino anche una volta tornata al lavoro.

E’ interessante notare che il marketing delle aziende produttrici di formula (una copia davvero povera dell’alimento reale) spinge ad usare il loro prodotto per un anno, il che implica che il latte materno (da cui la brutta copia è tratta) è valido solo per 6 mesi o addirittura meno(“il miglior nutrimento per neonati”). Troppi medici hanno assunto per buono questo assurdo ritornello.

Ho sentito dire che i fattori immunologici contenuti nel latte materno impediscono al mio bambino di sviluppare il proprio sistema immunitario passati i sei mesi.

Questo è falso; a dirla tutta è assurdo. E’ davvero incredibile come nella nostra società le persone glissino sugli aspetti positivi dell’allattamento andando a parare solo su quelli negativi. Noi diamo ai nostri bambini un sistema immunitario in virtù del quale sono capaci di difendersi da soli contro le infezioni. Il latte materno aiuta il bambino anche a combattere le infezioni. Quando il bambino combatte le infezioni egli diventa immune in modo naturale.

Ma voglio che il mio bambino diventi indipendente.

E l’allattamento rende forse il bambino ai primi passi dipendente? Non ci creda. Il bambino che viene allattato al seno fin quando non si svezza da solo (di solito tra i 2 e i 4 anni), è in genere più indipendente e forse, cosa più importante, più sicuro di sé nella propria indipendenza. Ha ricevuto conforto e sicurezza dal seno materno fin quando non sarà pronto a fare da solo il passo di smettere di prenderlo. E nel momento in cui il bambino fa questo passo, capirà di avere raggiunto un obiettivo, saprà di aver fatto dei passi avanti. E’ una sorta di pietra miliare nella sua vita.

Spesso spingiamo i bambini a diventare “indipendenti” troppo in fretta. Dormire da soli troppo presto, svezzarsi dal seno troppo presto, agire senza i genitori troppo presto, fare tutto troppo troppo presto. Non spingete e il bambino diventerà indipendente abbastanza presto. Che fretta c’è? Presto saranno grandi abbastanza da andar via di casa. Vorreste che i vostri figli andassero via di casa a 14 anni? Se la necessità viene soddisfatta, questa passerà presto. Se il bisogno non è invece soddisfatto ( come quello appunto di essere allattato al seno e stare accanto alla madre) esso rimarrà tale e frustrato fino all’età dell’infanzia e adolescenza.

Naturalmente l’allattamento al seno può essere usato in talune occasioni come alibi per portare avanti e rinforzare rapporti morbosi di dipendenza tra madre e figlio. Ma altrettanto possono avere questo potere il cibo e l’insegnamento ad avere un’igiene personale. Il problema, in parole povere non è l’allattamento in sé. E’ altro.

Cos’altro?

L’aspetto probabilmente più importante dell’allattare al seno un bambino ai primi passi non è quello nutrizionale o dei benefici immunologici che comporta, che sono di certo molto importanti. Io credo che l’aspetto in assoluto più rilevante del nutrire al seno un bambino che inizia a camminare è il rapporto speciale che si crea tra mamma e bambino.

L’allattare al seno è un atto di affermazione di vita e di amore. Questo continua anche quando il bambino inizia a camminare. Chi non abbia pregiudizi e abbia osservato un bambino già grandicello prendere il latte dal seno può testimoniare che esiste in esso qualcosa di magico, di speciale che va ben oltre il cibo ingerito. Un bambino ai primi

passi inizierà ogni tanto a ridere spontaneamente, senza motivo apparente, mentre succhia il latte. Il piacere che il bambino trova nel seno va ben oltre la fonte di cibo che rappresenta per lui. E se la madre se lo concede, l’allattamento diventa una fonte di delizia anche per lei, molto al di là del piacere del dare il proprio latte. Naturalmente, non è sempre così bello, e allora? Quando però lo è, rende tutto assai più ricco di valore.

E se il bambino si ammala o si fa male ( e succede nel momento in cui ha relazioni con altri bambini e inizia ad osare di più), quale miglior conforto per lui del farsi allattare al seno? Ricordo notti al Pronto Soccorso in cui madri che non allattavano più i loro bimbi grandicelli tentavano, spesso senza esito di consolare i loro bambini, camminando su e giù per i corridoi cullandoli, mentre le madri che ancora allattavano sedevano tranquille attaccando semplicemente i loro bambini al seno, i quali si calmavano. La madre conforta il suo bambino allattandolo, il bambino conforta la madre facendosi allattare.

 

Tratto da: http://www.mipaonline.com/rubriche/allattare/allattamento-newman/allattare%20un%20bambino%20grandicello.pdf

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