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Pediatria di libera scelta

4.5.2010
L’Italia per prima ha ritenuto di affidare la tutela della salute dei bambini, per quanto attiene alle cure primarie ed a parte della prevenzione allo specialista pediatra, il Pediatra di Libera Scelta.

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Il P.L.S. ha rappresentato un progresso nella qualità e nella uniformità delle cure al bambino, tuttavia esistono ancora punti critici nell’attività di promozione e tutela della salute nell’età pediatrica quali ad esempio:
 
· L’età di interesse e di competenza del PLS non comprende l’intera età adolescenziale;
· L’azione preventiva e curativa (I livello) del P.L.S. non è adeguatamente coordinata e integrata con le attività di altri servizi ( guardia medica, consultorio familiare, pronto soccorso ospedaliero, medicina dello sport, ecc.);
· La copertura oraria offerta dal P.L.S. non garantisce, con l’attuale organizzazione, tutti i bisogni di cura primari, distribuiti nell’arco delle 24 ore,
 
Molte componenti dell’attività di prevenzione (vaccinazioni, prevenzione degli infortuni, ecc.) devono prevedere un ruolo valutabile di promozione dell’accettazione (attività di educazione sanitaria) ed, eventualmente, un ruolo di erogazione, assicurando la qualità delle prestazioni. Nel caso della profilassi vaccinale, in base a richieste ed accordi regionali ed aziendali, il P.L.S. può eseguire vaccinazioni per i suoi assistiti, nell’ambito dei programmi del Distretto, in modo tale che sia garantita globalmente l’assistenza specifica, l’offerta attiva delle vaccinazioni, la segnalazione degli eventi avversi, la corretta conservazione dei vaccini, la registrazione e la notifica delle vaccinazioni, la ricerca dei “ difficili da raggiungere ”, il recupero dei ritardi vaccinali.
 
Inoltre, la difficoltà di raccordo tra la P.L.S. e la rete di P.C., tuttora carente, fa si che, sino ad oggi, le fasce più deboli e con bisogni molto differenziati (bambini disabili o con gravi bisogni di natura sociale o socio assistenziale o con problemi scolastici, bambini immigrati, ecc.) possono sfuggire ad una appropriata assistenza.
 
Ne consegue che la grande frammentazione delle cure e la incoerente allocazione delle risorse destinate all’infanzia pesano in modo preoccupante sull’area delle cure primarie e che nella programmazione regionale e locale non è stato dato, sino ad oggi, sufficiente spazio e interesse alla valutazione obiettiva degli interventi territoriali a favore dell’infanzia.
 
CURE PRIMARIE ALL’INFANZIA E RUOLO DEL PLS
 
Al P.L.S. compete un ruolo importante nell’assistenza primaria con compiti di prevenzione, educazione sanitaria, diagnosi e cura a livello dell’individuo-bambino. Essa è rappresentata da circa 7500 pediatri convenzionati con il S.S.N., che riscuotono accettazione e consensi da parte delle famiglie. Purtroppo in alcune aree, o per carenza numerica , o per situazioni orogeografiche penalizzanti, i P.L.S. non riescono a coprire il fabbisogno della popolazione pediatrica; in altri ambiti territoriali sono scarsamente integrati con gli altri servizi territoriali, in primis il Distretto ed i C.F., e con quelli ospedalieri. E’ quindi necessario prevedere strumenti adeguati.
 
Ogni tentativo di integrazione del P.L.S. col Distretto o con l’ambulatorio – D.H. Ospedaliero deve essere quindi incoraggiato al fine di raggiungere percorsi assistenziali efficaci. Il tentativo di rispondere in modo più soddisfacente nell’ambito delle 24 ore attraverso l’associazione poliambulatoriale è un’iniziativa avviata da alcuni P.L.S. in poche aree e va perseguita, poiché tale associazione in gruppo dei PL.S. può offrire queste possibilità:
 
- Allargare la casistica di riferimento e quindi l’esperienza clinica;
- Incrementare la possibilità di collegamenti con consulenze di II livello per avere un maggior ruolo nella gestione delle cure primarie;
- Aumentare la possibilità dell’utilizzo dei test diagnostici di base;
- Utilizzare appieno il personale infermieristico dell’ambulatorio associato;
- Sperimentare modelli di continuità assistenziale nella fascia oraria coperta dalla Guardia Medica;
- Essere disponibile a svolgere funzioni di tutore nella formazione dello specializzando (ruolo riconosciuto dalla Scuola di Specializzazione)
 
Il P.L.S., in stretto collegamento col P.C. e con i servizi facenti capo al Distretto, sia sanitari, sia sociali sia socio-assistenziali, deve contribuire ad evidenziare il disagio del minorenne nell’apprendimento, nei rapporti con la famiglia e con i coetanei, nella maturazione sessuale, ecc., collaborando attivamente anche con le strutture scolastiche.
 
ASPETTI PROPOSITIVI
 
· Va favorita ogni iniziativa che consenta al P.L.S. di integrarsi a pieno titolo e con piena responsabilità e dignità professionale nell’ambito dell’organizzazione dipartimentale dell’area materno - infantile, pur nel rispetto di norme contrattuali che ne salvaguardino la piena autonomia.
· L’organizzazione dipartimentale dell’area materno – infantile riconosce nel Distretto l’epicentro operativo – direzionale dell’assistenza territoriale, in particolare per quanto attiene alle cure primarie. Il P.L.S., essendo il principale responsabile del soddisfacimento dei bisogni di una ben definita fascia d’età interagisce funzionalmente con l’organizzazione dipartimentale, nel rispetto delle norme contrattuali e congiuntamente nel rispetto di linee guida, di progetti obiettivo, ecc. condivisi e attuati ai vari altri livelli territoriali.
· L’integrazione delle risorse di personale e delle competenze aggregate nell’organizzazione dipartimentale dell’area materno - infantile riconosce al P.L.S. un ruolo essenziale e non eludibile della nuova politica gestionale derivante dal P.S.N. 1998 - 2000, mirante, tra l’altro, alla prevenzione attiva, alla sensibilità verso le fasce deboli della popolazione e alla garanzia dei livelli uniformi di assistenza su tutto il territorio.
· Il P.L.S. deve perciò essere messo nelle condizioni di provvedere alle cure primarie, considerando i bisogni del bambino nel contesto di quelli della famiglia e non soltanto attraverso interventi di diagnosi e cura meramente sanitari.
· Maggiore attenzione deve essere riservata ai trattamenti domiciliari dei bambini – ragazzi con malattie croniche, i quali, seppure affidati al P.L.S. spesso non trovano risposte assistenziali integrate ed idonei percorsi di assistenza.
· Devono essere attivati meccanismi che, nel rispetto delle regole e della partecipazione attiva all’organizzazione dipartimentale dell’area materno-infantile favoriscano l’associazione in gruppo dei P.L.S. e la più completa partecipazione alla soluzione dei bisogni dell’infanzia nell’area dell’urgenza e in quella della diagnostica ambulatoriale e di D.H..
· Per quanto riguarda il rapporto con l’ospedale esistono esperienze di collaborazione con il D.H. e gli ambulatori pediatrici specialistici, che devono essere in ogni modo incentivate. Analogamente i bambini con necessità di ricovero devono essere oggetto di contatti continui tra il P.L.S. curante ed i pediatri dell’U.O. pediatrica, in particolare nella fase di accoglimento ed al momento della dimissione.
· La diffusione della pratica della dimissione precoce della puerpera dai servizi ostetrici (entro 48-72 ore dal parto) comporta per il P.L.S. la presa in carico molto precoce del nuovo nato e della famiglia e richiede un miglior collegamento con l’ospedale ed i servizi territoriali.
 
Infatti la popolazione dei neonati precocemente dimessi, e che non necessitano di follow-up ospedaliero, deve afferire all’area delle cure primarie di competenza del P.L.S.: piccoli problemi di avvio dell’allattamento al seno (o, più in generale, dell’alimentazione); controllo dell’ittero fisiologico; monitoraggio della corretta effettuazione degli screening neonatali; aiuto alla coppia e alla famiglia nell’accudimento del nuovo nato e nell’inserimento nel nucleo allargato, soprattutto in presenza di altri figli o parenti conviventi, ecc.
 
E’ compito dell’organizzazione dipartimentale dell’area materno-infantile, nelle more della presa in carico da parte del P.L.S:, assicurare la continuità assistenziale nell'ambito delle attività ambulatoriali pediatriche. Nella fase successiva, il P.L.S. , per eventuali bisogni insorti dopo la dimissione (ittero patologico, necessità di accertamenti di laboratorio, di diagnostica per immagini, ecc.) deve interagire con le strutture ospedaliere di riferimento concordando il programma diagnostico – terapeutico a seconda del livello di prestazioni richieste: ambulatoriali specialistiche, D.H., regime di degenza.
 
Inoltre il P.L.S. interagisce con il C.F. con particolare riferimento in quei casi in cui i genitori ad esso abbiano fatto riferimento in passato, oppure in cui si richiedano supporti di natura sociale, socio-assistenziale, ecc. in merito allo stato di salute del piccolo paziente (malformazioni, disabilità, malattie metaboliche o endocrine, malattie ad andamento cronico, ecc.) o alle condizioni culturali, socio-economiche, etniche o ambientali delle famiglie.
 
Infine collabora all’opera di educazione sanitaria e di informazione sui comportamenti dei bambini e sui loro bisogni più elementari, seguendo programmi concordati con il C.F. ed il Distretto, effettuando altresì i primi bilanci di salute a conferma dello stato di normalità del nuovo nato e per evidenziare qualsiasi sospetto di patologia, compreso i disturbi della vista, dell’udito e della salute dentale, che possa richiedere accertamenti periodici, anche ai fini delle esigenze dei programmi di terapia della riabilitazione.
 
E’ fatto carico alle Regioni prevedere, nell’ambito della programmazione, all’interno delle strutture del Distretto, azioni specifiche in merito alla prevenzione primaria quale ad esempio quella dentaria (supplementazione con fluoro, programmi di igiene orale, ecc.) e secondaria (cura della carie, ecc.).
 
La presa in carico precoce del bambino comporta la possibilità ed opportunità per il P.L.S. di un suo libero accesso alle strutture ospedaliere, al fine di anticipare la conoscenza del piccolo paziente e di stabilire canali preferenziali di accesso ai servizi specialistici e/o di laboratorio, in caso insorgano a domicilio nuovi problemi imprevisti e/o imprevedibili nell’immediato post-partum o nelle settimane che seguono.
 
Il P.L.S. deve inoltre essere attivamente coinvolto nei programmi di promozione dell’allattamento al seno, rassicurando e sostenendo la madre nelle difficoltà che incontra. Ovviamente la presa in carico del nuovo assistito è ancora più delicata nei casi in cui il neonato abbia presentato patologie non del tutto risolte al momento della dimissione (anche se questa avviene a distanza di molti giorni dalla nascita) o sia portatore di esiti non soddisfacenti per i quali venga indicata una strategia assistenziale e di follow-up da parte della struttura che ha trattato la patologia neonatale o la patologia ad andamento cronico-disabilitante.
 
Tratto da: www.mipaonline.com

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